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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Carlotta Sangaletti, alias Charlotte Le Bleu, apre il suo atelier a Lavagna: “Così mi conosceranno anche dal vivo”

“Da piccola, iniziai a scarabocchiare in qualsiasi agenda o foglio che mi davano. La zia si accorse che il disegno era la mia grande passione e la alimentò con libri d’arte che sfogliai e ricopiai”
Una delle opere realizzate da Charlotte Le Bleu
Una delle opere realizzate da Charlotte Le Bleu
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di DANILO SANGUINETI

Parlare di cultura in Italia oggi risulta fastidioso. Non siamo ai livelli di tirannica paranoia di un Hanns Johst (“Quando sento la parola cultura tolgo la sicura alla pistola…”), ma continuando su questa falsariga il rischio di cadere in tempi oscuri esiste. Al di là delle spicciole polemiche è indubbio che l’arte, in ogni sua espressione, non venga considerata in questo momento come un bene di primaria importanza da difendere con puntiglio: teatro, film, musica, arti figurative e decorative non tengono il passo delle specializzazioni rampanti, soprattutto sono ritenute poco remunerative in un mondo dove si tende a quantificare anzi a mercificare anzi a quantizzare qualsiasi espressione dell’anima. 

La bandiera della sensibilità viene sventolata da persone – per lo più giovani e per lo più donne – convinte che si possa capovolgere un assioma caro ai “duri e puri” del capitalismo. Con la cultura si mangia. Potrebbe essere il motto di una coppia di operatrici culturali-imprenditrici che mescolano i due aspetti della loro attività traendone un “cocktail” assai apprezzato. 

Da un lato Sara Domenici Lagomarsini, 37 anni, titolare dell’Amparo Lab in via Nuova Italia 77 a Lavagna, dove dal 2014 inventa e realizza capi di abbigliamento ed accessori “che siano indossabili in occasioni diverse da signore di “enne anni”, ossia di qualunque età”. Pezzi unici realmente originali. Felpe, maglie ma anche astucci impermeabili: bustine in tela cerata, chiuse tramite due bottoni automatici colorati.

Al suo fianco c’è Carlotta Sangaletti, 34 anni, alias “Charlotte Le Bleu”, illustratrice e pittrice prima per irrefrenabile bisogno di esprimersi e poi di professione, prima da casa, poi a livello professionale avendo aperto lo scorso febbraio uno spazio proprio in corso Dante sempre a Lavagna (accanto alla Libreria Fieschi) ed essendosi appoggiata a una ditta l’agenzia Yoonik, la prima agenzia italiana di talent e project management specializzata nell’illustrazione.

Sara, non sazia del successo di Amparo, ha dato vita ad un Book Club che mensilmente riunisce una quindicina di lettori e lettrici (manco a dire che la maggioranza di chi legge è femminile in Italia) per il commento di uno scritto contemporaneo. Carlotta è della partita. Il dinamico duo ha dato vita a un evento tra lettura e creatività: venerdì 4 luglio si è tenuta nella Libreria Fieschi una serata speciale all’insegna della lettura, dell’artigianato e delle parole che uniscono. A cura del club del libro di Ampàro, con un sottotitolo accattivante: “Intrecciare fili, storie e relazioni”. A parlare le fondatrici di Heloola, giovane casa editrice indipendente, per spiegare il loro progetto editoriale e le prime pubblicazioni. Ad arricchire la serata anche la possibilità di visitare l’adiacente atelier di Charlotte Le Bleu.

Carlotta ricorda: “Serata intima e vivace per chi ama i libri, le storie fatte a mano e le realtà indipendenti che scelgono di lavorare con cura e passione”. Tra esse va annoverata chi parla. “Una vocazione più che una scelta. All’asilo non amavo le urla della maestra, così riuscii a convincere mamma (forti febbroni come solo i bambini sanno farsi venire…) a non mandarmi più e a restare con zia e nonna. Così iniziai a scarabocchiare in qualsiasi agenda o foglio che mi davano. La zia si accorse che il disegno era la mia grande passione, la alimentò con libri d’arte che sfogliai e ricopiai allo sfinimento. Inevitabile andare all’Istituto d’Arte di Chiavari. Nel 2010 diploma e poi Accademia di Belle Arti di Carrara, dove imparai la stesura della pittura ad olio e la (amata) incisione”. 

Il suo alter ego bohémien nasce in quegli anni: “Charlotte Le Bleu non si sentiva apprezzata se non dai suoi maestri di incisione. Dopo la discussione della tesi (naturalmente sul blu) Charlotte è un po’ in crisi a causa della fatidica domanda: “..e ora? Come si diventa artisti?” Artisti non si diventa, ma ci si prova”.

Carlotta-Charlotte non demorde. Lavora per anni nella ludoteca di Sestri Levante perché ama i bambini e ha modo di trasmettere loro la passione per l’arte, e nel frattempo, dipinge e cerca di farsi conoscere nel territorio. “Nel 2017 la svolta: è un anno grandioso, vinco il premio Dallorso e il premio Galeppini. Iniziano varie collaborazioni, tra le quali quella con il Centro Giovani di Chiavari per la realizzazione di Art Boom e con l’Associazione Culturale Agorà di Lavagna. Nello stesso anno la casa discografica della cantante Levante mi ingaggia, assieme ad altri cinque artisti, per disegnare la locandina di una delle tappe del suo tour europeo. È un grandissimo onore e un trampolino di lancio sui social”. 

Un’ulteriore occasione importante per farsi conoscere le viene offerta dall’influencer Giulia Valentina, che nel 2018 la “sponsorizza” e condivide le opere nel suo profilo Instagram. Da quel momento, la sua crescita sul social prettamente visivo è in continua crescita e la sua quotidianità finalmente si tramuta in lavoro vero e proprio. I follower si moltiplicano, oggi viaggia oltre quota 70mila. Nota per i boomer: siamo già in zona dove il solo numero raggiunto di seguaci garantisce una monetizzazione…

Carlotta Sangaletti, nota come Charlotte Le Bleu

Lavora come illustratrice e pittrice freelance e collabora con vari brand come CheerzLomography Toro&Moro. “L’apertura del mio spazio nel centro di Lavagna è stato lo step sin qui finale. Oggi posso farmi conoscere live come online. Ritengo vitale potermi presentare in entrambe le modalità”. 

Multimodalità che viene seguita non solo nel presentare ma anche nel fare: Carlotta ha in catalogo olii su tela, incisioni, persino foto. In opere singole e in progetti di serie. Per esempio la fortunatissima “The Thinkers” (i pensatori) nata da una sua riflessione: “Quanto ci si annoia al giorno d’oggi?”.

“Ecco da dove viene questa serie di opere con donne che pensano nella loro quotidianità, per far riflettere il maggior numero di persone, per farle fermare un attimo dallo stress e dalla velocità della nostra società frenetica, ma soprattutto, dipingo queste donne per far si che le situazioni rappresentate ci accomunino”.

The Thinkers dalla tela passa alla carta fotografica. “Le macchine fotografiche a pellicola sono andate sempre più in rovina. Dal 2018 ho iniziato a disegnare sopra “polaroid” sbiadite, creando dei ricordi nuovi, dei ricordi che facessero pensare”. Dall’effetto sfumato nostalgia all’apparentemente algido mondo del pixel elettronico. “Le opere in digitale sono illustrazioni create su Ipad dal programma grafico Procreate. Non sono create riempiendo a campiture, ma sono disegnate con un unico tipo di matita (digitale), per questo non risultano “patinate” come un classico lavoro digitale. I soggetti sono molto vari: creo le mie classiche “Thinkers”, riproduco a mio gusto opere d’arte famose, personaggi di film, o cerco di illustrare stati d’animo e soggetti contemporanei”.

Altri progetti sono sgorgati dall’inesauribile fantasia di Charlotte-Carlotta. “Tengo molto ai “Segni Zodiacali” e alle “Veneri”. Il primo progetto di basa semplicemente su 12 illustrazioni raffiguranti i segni zodiacali. La particolarità risiede nella loro stessa rappresentazione. Non sono infatti raffigurati in modo classico, come, per esempio, una persona con le corna per rappresentare il toro. Ho cercato di figurare e descrivere ogni singolo segno in una situazione veritiera, quotidiana mostrando un lato totalmente umano e meno onirico. Allegato ad ogni illustrazione è presente una spiegazione del segno. Il secondo progetto, quello delle Veneri, è un invito a sentirsi bene con se stessi. Ho impiegato molto nel creare queste illustrazioni, e, per quanto io abbia una figura e un tratto standard, per questo progetto ho cercato di variare il più possibile. Ognuno di noi si vede con mille imperfezioni, siamo sempre pronti a metterci un filtro in faccia perché non possiamo vederci con quelli che noi chiamiamo “difetti”, ma, in realtà, siamo semplicemente noi stessi. Dunque, perché rincorrere i canoni di bellezza della Venere?”.

Come minimo dopo questi racconti del processo creativo ci si sente incuriositi. È la magia dell’arte, una stregoneria per la quale non ci sono richiami alla concretezza che tengano. Ostinatamente, con la fiducia dei credenti (nella forza dell’arte) corroborata dal pizzico di pazzia autorizzata dalla gioventù, Carlotta, e così Sara di Amparo, provano a coltivare la bellezza: costa poco, ha effetti collaterali benefici – apre la mente, vi porta lontano senza bisogno di prendere mezzi meccanici o artificiali – e soprattutto è priva di controindicazioni se non che dà assuefazione. Grazie al cielo.

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