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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Quella sala rimasta chiusa nel cuore di una città in decadenza

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]È trascorso un anno dalla malinconica chiusura del Cinema Teatro Cantero di Chiavari e, nonostante un po’ di mobilitazione di una parte della società civile chiavarese, nulla di concreto è accaduto in questi 365 giorni. 

Il Cantero è stato per settant’anni uno dei luoghi simbolo del primato di Chiavari nel Tigullio, essendo non solo spazio di cultura e di spettacolo ma anche punto di incontro e confronto in importanti appuntamenti civici, dall’’Olivo d’oro’ alla Mostra del Tigullio, e politico-istituzionali: si ricordano qui il saluto alla città ed al comprensorio di diversi Presidenti della Repubblica (Segni, Pertini, Scalfaro) e di leader politici nazionali (Craxi, Malagodi, Forlani, Bertinotti tra gli altri). 

La dimensione del teatro e la sua importante architettura hanno fatto sì che nulla di simile esistesse tra Genova e La Spezia, anche se va ricordata la recente, importantissima riapertura del Teatro Sociale di Camogli. 

La chiusura del Cantero dopo oltre settant’anni di onorato servizio e l’incapacità, almeno fino ad ora, di trovare una soluzione decente per farlo rivivere è un’ulteriore ferita al rango della città, dopo quella, gravissima, della chiusura del Tribunale, ed è un po’ il simbolo di una Chiavari che perde colpi e fa fatica a risalire la china. 

I processi di declino delle città, come quelli di sviluppo, sono autopropulsivi, e si avvitano su se stessi generando reazioni a catena che è difficile interrompere se non con sforzi ed energie notevoli. Le attività culturali sono un elemento fondamentale dell’identità e della tenuta di Chiavari come di qualunque altra città. 

La chiusura del Cantero, oltre all’impoverimento delle attività commerciali circostanti, che trovavano nelle serate del Cinema Teatro un’importante occasione di lavoro, ha provocato anche un notevole impoverimento dell’offerta culturale e di spettacolo. Abbiamo dovuto dare addio ad una stagione teatrale e ad una stagione lirica che avevano ripreso ultimamente vigore dopo anni di crisi, e di fatto non c’è più uno spazio per manifestazioni cittadine importanti. 

Sono ad esempio senza casa l’annuale spettacolo dei Sindaci del Tigullio a favore del Villaggio del Ragazzo, come pure lo spettacolo organizzato dall’Entella a favore del Gaslini. Se c’è un importante convegno non si sa dove ospitarlo, perché le sale disponibili, Auditorium San Francesco e la Sala Ghio-Schiffini della Società Economica, non mettono a disposizione più di 200-250 posti a sedere. 

Una soluzione per la riapertura del Cantero sarebbe certamente un bel segno di vitalità e di ripresa, e dimostrerebbe che Chiavari lotta per non perdere pezzi importanti della sua identità. 

La responsabilità dello stallo una volta tanto non è imputabile né alle civiche amministrazioni del Tigullio, prima fra tutte quella di Chiavari, che hanno offerto disponibilità a sostenere la gestione economica del Cantero con convenzioni per l’uso della sala per un certo numero di giorni l’anno, né tantomeno agli imprenditori privati (due di essi molto importanti si sono offerti di sostenere il costo degli interventi necessari alla messa in sicurezza dell’impianto elettrico e dei servizi igienici a fronte di una compartecipazione alla gestione). 

La responsabilità dello stallo è della proprietà, che non fa capire cosa realmente vuol fare e che sembra bloccata oltre che da una gestione economica non brillante (ma nemmeno drammatica) anche, e forse soprattutto, da beghe interne. 

Il bene è vincolato dalla Soprintendenza, e quindi speculazioni non se ne possono fare. I chiavaresi insorgerebbero. 

SUL PALCO DEL CANTERO ANCHE GLI SPETTACOLI PER IL VILLAGGIO DEL RAGAZZO

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