di SANDRO FRERA *
Fino al 1° dicembre è aperta presso la Galleria Grasso della Società Economica di Chiavari la mostra dal titolo ‘Nel corso del tempo’ che espone opere di Sturla, di Bocchieri e di Careggio. Da vedere.
Una ventina di opere con prevalenza per quelle di Luiso Sturla, ma ben rappresentata anche l’opera delle sue due amiche e allieve Marina Bocchieri e Angela Careggio.
Dal confronto tra questi tre esponenti dell’informale emerge con chiarezza ciò che rende unica l’arte di Sturla: la leggerezza.
Non che le opere della Bocchieri e della Careggio siano eccessivamente materiche o troppo costruite, tutt’altro, ma quelle di Sturla sono enormemente più leggere e per quella via oniriche e poetiche.
Il colore in Sturla è quasi lavato, mentre nelle sue allieve esso è presente, in alcuni casi dolorosamente presente. E questa leggerezza tecnica di Sturla è particolarmente apprezzabile (e apprezzato) se si pensa che la tecnica utilizzata è la stessa per tutti e tre, ovvero l’olio su tela, tecnica questa che se non controllata a dovere può portare ad esiti particolarmente pesanti. Risultato che per la verità non è proprio neanche di Careggio o Bocchieri, ma fatto sta che le tele di Sturla sono più leggere, più intimamente oniriche.
Luiso Sturla sembra adottare quella tecnica in levare che Ugolini mi fece apprezzare in alcuni Cezanne.
Tutto questo non per sminuire il valore delle altre opere presenti, ma per delinearne le differenze. La voce di Sturla con gli anni si è fatta tanto precisa e pura che anche quando usa colori più accesi (i rossi ad esempio di Dispersi Inseguimenti) non urla, ma sussurra, canta. Questa proprietà che gli era propria già alcuni anni fa, qui si è fatto via via del tutto evidente.
Tra le due amiche e allieve è la Bocchieri a seguirne meglio questa lezione, ma le sue composizioni sono spesso più geometricamente costruite e quindi risultano di conseguenza più strutturate e solide e da questo punto di vista un poco più pesanti. La necessità di immergere le figure in uno spazio è ovviamente sentita sempre da tutti gli artisti. Sturla accenna allo spazio, lo lascia intuire. La Bocchieri invece lo definisce con una campitura resa evidente da linee maggiormente marcate.
Nella Careggio, invece, si avvertono note anche di altri grandi maestri. Vedova, per esempio, specie quello degli anni sessanta o Afro. Le composizioni della Careggio si allargano e si espandono in conflitti di colori e linee che agitano la superficie e di lì l’animo di chi le gode.
In ogni caso mostra che va vista e gustata con la calma e il piacere che viene dalla qualità della pittura.
Galleria Grasso, piazza San Giovanni 3. Fino al 1° Dicembre. Dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19, e nei fine settimana con orari 10-12,30 e 15,30-19.
(* ideatore e promotore del progetto ‘Prima i lettori’)