Glocal… no social
Settimanale di attualità, economia e sport

Ultima edizione

Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Dieci anni dall’alluvione di Chiavari, il ricordo dell’allora sindaco Levaggi: “Paura ma anche orgoglio per come reagimmo”

Le parole ancora piene di emozione del primo cittadino di quel tempo: “Quando vidi l’acqua arrivare ai finestrini delle auto provai terrore. Il giorno dopo ci rimboccammo le maniche e la città fu ripulita in appena 72 ore”
Una delle immagini più drammatiche della alluvione di Chiavari nel 2014
Una delle immagini più drammatiche della alluvione di Chiavari nel 2014
Condividi su

di ALBERTO BRUZZONE

“Quando uscii di casa per andare al Coc e vidi le auto con l’acqua sino ai finestrini, provai moltissima paura. È stato il momento peggiore dei miei cinque anni da sindaco”. Roberto Levaggi era il primo cittadino di Chiavari, dieci anni fa, quando si verificò l’ultima devastante alluvione in città, “il momento in cui le acque del Rupinaro e quelle dell’Entella si toccarono in piazza Roma, perché sia il torrente da una parte che il fiume dall’altra erano esondati, provocando un disastro totale. Fu una pagina drammatica nella nostra storia recente, per fortuna senza vittime, ma con milioni di euro di danni”.

Sono passati dieci anni, ma la memoria è viva, “come se fosse ieri, perché certe esperienze e certe emozioni non si dimenticano né si dimenticheranno mai”. Levaggi non perde mai i suoi panni da ingegnere, e snocciola numeri e analisi, ma quando parla di alluvione si lascia anche andare: “C’è da dire che non mi sono mai sentito solo. Quante volte i sindaci si sentono soli, di fronte ai disastri. Soli e con tutte le responsabilità. Io, invece, ho sentito che c’erano tantissime persone intorno a me e che le istituzioni erano presenti, a cominciare dalla Regione Liguria e dalla Città Metropolitana. Riuscimmo a lavorare molto bene, e molto velocemente, sia con l’allora presidente Claudio Burlando che con l’assessora Raffaella Paita”.

Erano anni in cui le allerte “non erano ancora colorate, ma erano con i numeri: 1 di livello inferiore, 2 di livello massimo. La notte del 10 novembre 2014 a Chiavari c’era allerta 2. Ricordo una calma apparente, e neppure una goccia di pioggia, ma dall’Arpal ci avevano avvertito che il peggio sarebbe stato in prima serata. E ci avevano azzeccato. L’ordine era di tener chiuse le scuole il giorno dopo e di invitare tutte le persone a salire ai piani alti. Eravamo molto preoccupati che le persone stessero nelle cantine e nei box. Ricordo anche un’intensa attività di affissioni nei portoni. Si fece di tutto e di più per avvisare dell’emergenza, in epoca in cui i mezzi di comunicazione erano ancora molto più tradizionali e meno diretti rispetto ad ora. Fatto sta che non si fece male nessuno”.

L’ex sindaco ha il suo film impresso davanti: “Andai a casa e, poco dopo, fui chiamato dal comandante della Polizia Locale perché andassi al Coc, visto che stava arrivando il peggio. Così fu: tra le 21 e le 21,40 piovvero 120 millimetri di pioggia, una precipitazione inaudita, una bomba d’acqua violentissima che si concentrò esattamente sopra il centro di Chiavari. Quasi non pioveva neppure né a Rapallo né a Sestri Levante. Tutta questa acqua, accompagnata al terreno ormai saturo a causa delle precipitazioni dei giorni scorsi e alla portata degli invasi già messa duramente alla prova, provocò la rottura dell’argine del Rupinaro nella zona di corso Genova. Così il torrente iniziò a scorrere anche lungo corso Millo e lungo tutto il Caruggio, mentre dall’altra parte l’Entella arrivò sino in piazza Roma”.

L’11 novembre, al mattino, lo scenario era apocalittico: “Auto rovesciate, sottopassi allagati sino al tetto, fango e detriti ovunque. Contammo settemila tonnellate di rifiuti. Ma fu in quel preciso momento che Chiavari alzò la testa. E tutta la cittadinanza fu capace di dare una risposta eccezionale. Ci rimboccammo tutti le maniche e in sole settantadue ore ogni strada era stata ripulita. Venne tutto conferito alla Colmata e poi portato alla discarica di Busalla che era stata riaperta in via eccezionale grazie alla disponibilità del presidente Burlando”.

Fu un momento in cui si spense la politica: “Si pensava solo a come dare una mano, fu fatto un lavoro eccezionale da parte di tutti e ancora adesso ne sono orgoglioso. Nelle settimane successive, ricevemmo encomi sia dal vescovo Alberto Tanasini che dal procuratore capo di Genova Michele Di Lecce: Chiavari divenne, e lo è ancora, un esempio di risposta pronta, precisa e puntuale di fronte a un disastro”.

Si poteva solo contenere, dieci anni fa, poi sono arrivati anche i tentativi di migliorare la situazione attraverso le grandi opere: “Due dei cinque ponti sul Rupinaro rifatti da noi senza la pila centrale, i fondi stanziati per altri interventi, gli argini ricostruiti in più punti. Da quel momento la prevenzione del rischio idrogeologico è diventata una priorità per qualsiasi amministrazione. Chiavari è una città di commercio e di servizi, una città che vive nel suo centro e non può più permettersi situazioni del genere. Anche tutte le amministrazioni successive hanno lavorato in questa direzione”.

È stato il momento peggiore dell’esperienza di sindaco? Levaggi risponde senza dubbi: “Assolutamente sì. Quando vidi l’acqua dappertutto e quando, al mattino dell’11 novembre, diedi l’indicazione di cercare eventuali dispersi. Per fortuna, non era successo nulla da quel punto di vista e non ci furono perdite di vite umane. Fare il sindaco significa prendersi delle responsabilità enormi. Oggi come allora. Se fai bene, nessuno ti dirà grazie; se poi non piove, sono tutti pronti a prenderti in giro e a fare polemiche. Ma in questi abiti è differente. Meglio una critica in più e le vite salvate, su questo non ho mai avuto dubbi. Se rifarei le stesse cose a dieci anni di distanza? Assolutamente sì. Quei giorni li porto e li porterò sempre nel cuore: nel bene e nel male”. 

Ultimi video

Intervista a Simone Franceschi, vicesindaco della Città Metropolitana: “Nessun fermo ai lavori sull’argine dell’Entella"
"Ancora nessuna ufficialità sulle alternative al depuratore in colmata. Se Chiavari dispone di elementi utili, ce li comunichi”
Chiavari, la variante al Puc divide: opposizione all’attacco, depuratore ancora al centro del dibattito. Silvia Garibaldi abbandona l’aula
“Provvedimento 'illegittimo e irricevibile', errori marchiani che rendono fragile la posizione contraria alla costruzione del depuratore in colmata"

Altri articoli

Tunnel della Val Fontanabuona, entro fine mese Autostrade replicherà al Ministero. Conferenza dei servizi in autunno

Giancarlo Durante, presidente di Confindustria Tigullio: “Noi siamo fiduciosi ma restiamo vigili. Il Tunnel della Val Fontanabuona è un progetto finanziato e il suo iter sta andando avanti"

Tra fede, tradizione e partecipazione Recco celebra la sua patrona, al via la Sagra del Fuoco

È la festa identitaria della città. I Sette Quartieri lanciano un’iniziativa solidale per Gaza con i mascoli in miniatura