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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

“Porto le persone in un viaggio originale”: la voce degli ‘Abrasileirados’ Alessandra Cabella si racconta 

Così la bravissima cantante passa dall’ufficio della Soprintendenza al palco, con impegno ed entusiasmo. Concerto domani sera a Camogli e martedì a Santa Margherita
Alessandra Cabella, voce appassionata del suo gruppo ‘Abrasileirados’
Alessandra Cabella, voce appassionata del suo gruppo ‘Abrasileirados’
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di ROSA CAPPATO

“Porto le persone in un viaggio originale”. Si esprime così Alessandra Cabella funzionaria della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia, anche voce appassionata del gruppo ‘Abrasileirados’. Dopo lo straordinario concerto di domenica scorsa a Portofino, in Piazzetta, dove il quintetto ha riscosso enorme gradimento di pubblico, evento patrocinato dal Comune, ecco che domani sera gli ‘Abrasileirados’ sono a Camogli, al porticciolo, alle 21,15 in Piazza Colombo; l’altro concerto sarà martedì 3 settembre, a Santa Margherita Ligure, in Piazza Caprera, davanti alla basilica (ingresso libero).

Si tratta di particolari percorsi di musica poetica, ritmo immortale della música popular brasileira che celebra Natura e sentimenti. Così Cabella passa dall’ufficio della Soprintendenza al palco, con impegno ed entusiasmo. Gli ‘Abrasileirados’ ricreano le atmosfere della musica popolare brasiliana con una cura della pronuncia sia musicale, sia linguistica e un’accurata ricerca sui testi poetici, divenuti tappe iconiche nella storia della musica e della vita non solo Carioca e Bahiana, ma mondiale.

Il progetto riunisce affermati strumentisti attorno alla cantante e ai suoi studi del contesto musicale di lingua portoghese, caratterizzati dall’approccio filologico che trae dalla professione principale di storico dell’arte presso il Ministero della Cultura. Ma da dove nasce questa passione? “Ho sempre avuto passione per la musica – spiega la cantante – e in famiglia siamo tutti un po’ artisti, soprattutto un ramo. Sin da piccola amavo cantare e prima l’ho fatto in modo istintivo, ma poi ho studiato con insegnanti fantastiche come Federica TassinariAnna Sini e la più grande brasilianista italiana: Barbara Casini, tutte docenti di livello internazionale che mi hanno aiutato sia dal punto di vista tecnico, che umano. È stato un grande arricchimento che mi ha permesso di strutturare questa passione perché studiare è fondamentale, non basta l’istinto e la parte tecnica non va trascurata”. 

Prima degli ‘Abrasileirados’ Cabella ha cantato con altri gruppi e interpretato altri generi. “Da più di vent’anni coltivo però questa musica in lingua portoghese: Fado, Fado portoghese europeo, Musica popolar brasiliana”. Ha cantato in diverse formazioni, dal più essenziale duo voce e contrabbasso a sestetti con più fiati e ritmica. “Si tratta di musiche con anime profondissime che si sono impadronite di me e oggi ho la fortuna di poter condividere il palco, ma anche la mia ricerca musicale, con talenti eccezionali: Claudio Capurro, sax alto e flauto; Gioele Mazza, chitarra; Fabrizio Ciacchella, contrabbasso; Corrado ‘Dado’ Sezzi, percussioni”.

Nomi noti: Capurro ad esempio, grande jazzista, ha lavorato con famosi colleghi americani e nell’orchestra di Paolo Conte; Sezzi viene dal mondo di Gaber. “È un privilegio fare musica dal vivo con loro. – prosegue l’artista – È una sfida, perché se si sbaglia si vede subito. Io ci metto tutta me stessa a prescindere dalle mie emozioni, o eventuali imprevisti della vita quotidiana, perché ho preso un impegno e quindi vado avanti con serietà. Ma occorre metodo e questo viene dal mio lavoro, l’approccio, perché per cantare occorre allenarsi e molto, come se fosse uno sport, occorre allenare la voce con costanza. È un esercizio vero e proprio. Altra cosa che porto dal mio lavoro è la metodologia di storico dell’arte: porto qui la mia ricerca filologica e così canto come se avessi ‘i piedi nel Brasile’, luogo che ho studiato a fondo, anche sul posto”.

In Brasile ci sono mille generi musicali, tra cui la Bossa Nova, genere adattato e rielaborato dai Jazzisti in America. Noi offriamo diversi tipi di Samba, Samba-canção, Choro, Bossa nova brasiliana, música popular brasileira. “La scelta sulla musica brasiliana viene dalla consapevolezza della storia e della cultura dei nativi indi del Brasile. Vogliamo portare le persone in un viaggio originale”. Non si tratta di semplici cover, brani ricalcati sulle versioni più famose, né di riproposizioni di canzoni di Bossa nova, come può capitare di ascoltare nei concerti di jazz, filtrati attraverso l’estetica di quest’ultimo genere, bensì di rivisitazioni profondamente rispettose dei canoni della música popular brasileira ed evocative del contesto di origine, attraverso un approfondito studio storico ed etno-sociale e il racconto di vite e aneddoti legati non solo alle figure straordinarie che hanno composto e interpretato questa melodia immortale, ma anche alla genesi dei singoli brani, i cui testi sono spesso autentici componimenti poetici. Sono stati scritti da Vinícius de Moraes, Braguinha, Dolores Duran, Aldir Blanc, Paulo César Pinheiro, Chico Buarque, Guilherme de Brito e si incastonano nella grande musica di Pixinguinha, Ary Barroso, Antônio Carlos Jobim, Luis Bonfá, Baden Powell, João Bosco, Nelson Cavaquinho. Scandiscono un percorso lirico di conoscenza della cultura e della storia brasiliana dalle radici indie all’influenza africana, dalla schiavitù alla dittatura, attraverso note e componimenti identitari e iconici conosciuti a livello mondiale.

Cabella inoltre scrive i testi. “Così accompagno le persone che con me si visualizzano proprio in Brasile, racconto i tramonti a Rio de Janeiro, la natura, l’acqua, le cascate, il fango, il mare, il sole. Canto di intrighi, ma anche la dittatura che molti hanno patito, il loro esilio, le violenze subite dalle loro donne, un percorso di consapevolezza. A volte dò anche solo qualche accenno, ma per me è importante. Altra cosa che metto a disposizione è la passione per le lingue che studio da sempre, ne conosco ben sei. In Brasile ho capito come la Natura passi nel testo e nella musica, proprio grazie a questa passione. Nella musica popolare brasiliana c’è una ricerca e ho trovato suoni onomatopeici che la richiamano. Si parla spesso di piogge, fiumi, laghi e animali. Sicuramente la scelta delle parole da parte degli artisti in questi brani è per evocare e ricreare uno stato emotivo, offrendo veri e propri affreschi musicali e c’è una profonda arte in tutto questo. Anche gli animali sono molto presenti, come ad esempio gli uccelli, che vengono reinterpretati ed io prima di cantare e riprodurre questi suoni, spiego al pubblico di cosa si tratti, così le persone capiscono, accompagnate in un approccio consapevole”.

I colleghi della soprintendente apprezzano il suo grande amore per il canto e la seguono anche ai concerti. “E’ molto bello trovarli sempre lì ad applaudirti, sono diventati amici, oltre che i colleghi e oramai tutti sul posto di lavoro conoscono la mia passione”. C’è anche un simpatico aneddoto. “Mi è capitato a Rapallo, – racconta la cantante – dopo aver presentato un restauro. Mi ha avvicinato una signora chiedendomi se avessi una gemella che aveva sentito in un concerto a Santa Margherita la domenica precedente. È stato davvero un momento divertente”. In questa esperienza l’artista si è trovata a cogliere il grande calore del pubblico. “Ti dà soddisfazioni immense. Io canto davanti a centinaia di persone, ma ho la sensazione di essere un tutt’uno, una cosa sola, un cuore pulsante: li sento con me. Quando vedo qualcuno che si abbraccia, che accenna una mossa di danza, che si bacia, ecco, lì qualcosa arriva al cuore dei presenti e questo vuol dire che il messaggio è arrivato, che c’è un’emozione, attraverso la musica. È meraviglioso, perché la vita è questo, la vita è unica e siamo qui per farci del bene e sicuramente la musica e la ricerca artistica che condivido con i miei colleghi è una ricchezza, come lo è potermi esprimere in questo modo”.

E Alessandra può condividere queste emozioni anche a livello più intimo, col contrabbassista, che è suo marito. Altra soddisfazione del quintetto è avere sempre tra il pubblico un gruppo di brasiliani: “Si è sparsa la voce – chiude Cabella – e non è facile proporre la loro musica e farla amare ai madrelingua con la pronuncia, sia linguistica che musicale, ricercata proprio con la ‘brasilianitudine’ e infatti il gruppo si chiama ‘Abrasileirados’, che significa brasilianizzati, una parola fatta mia a San Paolo, al Museo nazionale della lingua portoghese, ‘Museu da Língua Portuguesa’, che celebra un patrimonio immateriale, la lingua, una lingua che porta dentro la potenza della storia che il Brasile ha vissuto”. 

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