(r.p.l.) La nostra, quella ligure, non è una cucina di mare, ma di terra, che guarda ai monti, perché il mare in Liguria un tempo era visto come una via di comunicazione e non di pesca. Le torte verdi prendevano il curioso nome di “gattafure”, ma perché? Il basilico di Pra’, i cui semi furono portati in Liguria da un crociato, affonda in realtà le proprie radici nel Medio Oriente e non a Genova. E come è nato veramente il pesto genovese?
Tutte curiosità trattate dal giornalista Stefano Pezzini e da Claudio Pasquarelli, chef stellato Michelin per oltre trent’anni, che insieme hanno scritto “Sull’onda del gusto ligure”, un viaggio tra curiosità, ricette e origini degli elementi portanti dei nostri piatti, che sono di contaminazione, frutto di scambi culturali.
“Scrivevo rubriche su diverse testate e blog trattando in particolar modo i piatti della tradizione ligure dimenticati – spiega Stefano Pezzini – Così è nata l’idea di scrivere questo libro, anche per sfatare tanti miti. Non è un romanzo, perché sono e resto un giornalista. Piuttosto questo libro è una raccolta di informazioni e articoli rielaborati per raccontare la cucina ligure attraverso storie di gente, di popoli, cultura e leggende”.
“Sull’onda del gusto ligure”, edito da Marco Sabatelli Editore, si propone come un omaggio alla tradizione culinaria della Liguria, rivisitata in chiave moderna ma sempre fedele alle sue origini. Il libro racconta non solo la storia e le storie di una cucina che ha attraversato i secoli, ma anche le eccellenze del territorio e le ricette che hanno reso famosa la nostra regione.
Pasquarelli, che per oltre trent’anni ha guidato il ristorante stellato Michelin “Da Claudio” di Bergeggi insieme alla figlia Lara, spiega: “Dopo 50 anni di lavoro ai fornelli, mi sono reso conto di essere ancora innamorato della mia prima fiamma: la cucina ligure. Questo libro vuole essere un codice di cucina ligure, che parte dalla cultura e dalla tradizione e riporta la Liguria nel piatto attraverso le sue ricette, che tutti possono riprodurre nelle proprie cucine”.
Centoventotto pagine ricche di aneddoti, storie e ricette, classiche e rivisitate, che offrono uno sguardo approfondito sui prodotti che hanno definito l’identità gastronomica della Liguria. Dalle erbe aromatiche alle pecore brigasche, dal basilico al vino Rossese di Dolceacqua, ogni ingrediente viene trattato con rispetto e attenzione, per far emergere la ricchezza e la biodiversità della regione. Il libro è arricchito da un capitolo dedicato ai vini liguri, curato dal sommelier Cristian Pasquarelli, che esplora la varietà dei vigneti regionali, contribuendo a rendere il volume un vero e proprio viaggio sensoriale.