di DANILO SANGUINETI
Inventarsi una giovinezza agonistica all’alba della terza età: un prodigio che poteva riuscire solo ad una tosta come Valia Galdi che alla soglia dei sessant’anni ha ottenuto piazzamenti e risultati tecnicamente sorprendenti ai mondiali della “One Person non Technical Female Disabled Woman” nella categoria Hansa 303.
Nel corso della stagione agonistica l’architetto Galdi, tornata a regatare solo da pochi anni dopo una pausa ultradecennale, ha compiuto un ulteriore salto di qualità. Nelle classifiche internazionali si ritrova terza assoluta del ranking.
“Mentre seguivo con interesse le regate delle Olimpiadi Eleonora (Ferroni, l’altra azzurra della società per la quale gareggia Valia, la Lega Navale Chiavari e Lavagna N.d.r.) mi spediva la classifica internazionale della Parasailing donne Singolo Hansa 303. Ero così focalizzata su altro che non ci avevo fatto caso ma, caspiterina, ad aprile 2024 nella classifica confermata anche a luglio (https://www.sailing.org/rankings/para-rankings) sono la terza nella classifica che mette assieme le prove dei vari atleti nelle competizioni internazionali e nazionali. Beh alla soglia dei sessanta direi che non è niente male!”.
Soprattutto perché lei gareggia da sola, senza il sostegno di un normodotato che consente di gareggiare nella categoria “double”. “Visto da fuori una persona che come me non ha la mobilità di una persona normale può sembrare pericoloso. Non lo è, ed è un vero tonico per la personalità e il morale. Quando sei in barca con nessuno accanto, sai che devi cavartela da solo, in condizioni che sarebbero complicate per tutti, figuriamoci per una persona che non può muoversi senza l’assistenza meccanica. E ti scopri più forte, quando scendi sei più sicuro dei tuoi mezzi”.
C’è la riscoperta della propria mente oltre che del proprio fisico. “In una età nella quale molti si ritirano, io gareggio e me la cavo benino. E fino a quando il fisico reggerà continuerò a…divertirmi”. È un vero esempio per le giovani generazioni. Alla Lega Navale Italiana di Chiavari e Lavagna, che grazie all’opera del dirigente e tecnico Umberto Ferroni è diventato un club modello per il parasailing, Valia svolge anche il ruolo di aggregatore per tante famiglie che vorrebbero far fare vela ai loro ragazzi. Vedere l’architetto volante al timone della sua Hansa 303 è uno spot di incredibile efficacia. Perché è evidente che “se vuoi, puoi” nel caso di Valia Galdi non è un modo di dire di qualche filosofo d’accatto.