di TONINO GOZZI
Cinquant’anni anni di amicizia fraterna sono tanti e il dolore per la scomparsa di Carlo, “Mabe” come lo chiamavamo tutti, è grande.
Ho vissuto con lui gli anni più importanti della mia vita, quelli della mia formazione politica e culturale, ed anche esistenziale, nella comunità del Partito Socialista Italiano.
Erano anni difficili e entusiasmanti al tempo stesso, anni nei quali, con l’allievo prediletto di Nenni, Bettino Craxi, i socialisti italiani rivendicavano la loro autonomia e originalità, il loro riformismo liberale, il loro essere in qualche modo alternativi ad una sinistra massimalista e antimoderna ancora e sempre maggioritaria in Italia.
In questi giorni tristi sono stato travolto dai ricordi e ho definito Carlo un maestro.
Un maestro perché ci incontrammo in una sezione del PSI ed io ero un giovane borghese, studente universitario, militante nella sinistra socialista lombardiana, pieno di idee astratte e confuse. Carlo mi prese per mano e con la calma e la gentilezza che gli erano innate mi spiegò che bisognava capire la realtà senza paraocchi ideologici, e che bisognava misurarsi con il punto di vista degli altri cercando di costruire con pazienza e tenacia e con i compromessi necessari le soluzioni migliori e più avanzate.
Mi raccontava che il suo maestro politico era stato, nella sezione del glorioso PSI di Sestri Levante, “Nandin” Muzio, un operaio della Fincantieri di Riva Trigoso che, come spesso accadeva, era molto più riformista dei nostri intellettuali e studenti universitari.
Chiarezza di idee, realismo e pragmatismo, capacità di comprendere al volo gli uomini e le cose, una naturale empatia per il prossimo e una fantastica intelligenza intuitiva davano al Mabe un fascino irresistibile.
Ha vissuto da protagonista la fase più importante della storia del PSI del Tigullio, quella degli anni ‘80 del secolo scorso, quella nella quale forti di vittorie elettorali significative e di un vasto consenso cresciuto dal basso governavamo a Sestri Levante, a Lavagna, a Chiavari, a Santa Margherita Ligure, e in molti comuni dell’entroterra.
In quegli anni la nostra forza ci consentì di ottenere l’autonomia da Genova con la nascita della V Federazione Socialista Ligure, quella del Tigullio appunto, di cui Carlo fu il primo segretario.
Presidente per molti anni della Tigullio Pubblici Trasporti, Assessore comunale a Sestri Levante, amministratore della nascente Azienda sanitaria locale, diede un’impronta pragmatica e dialogante alla sua azione amministrativa e con orgoglio rivendicò sempre l’autonomia e l’originalità del Tigullio che doveva cercare una sua strada per la crescita dell’economia e dei servizi rifiutando di diventare un’anonima periferia dormitorio del capoluogo.
Sentiva enormemente negli ultimi anni, come la sentiamo tutti noi, la nostalgia e la mancanza del PSI, delle sue idee, delle sue sezioni, della sua gente con la quale continuare a confrontarsi e parlare e a rincorrere il sogno di un socialismo gentile, riformista e liberale, capace di modernizzare la società ma anche di costruire il progresso per i più deboli e meno fortunati.
Era perfettamente consapevole dei suoi guai di salute ma fino all’ultimo li ha vissuti con quella saggezza e quella sommessa ironia che gli venivano dal suo spasmodico amore per la libertà che hanno i “mainolli” e gli uomini di mare del levante.
Ciao Mabe, ci mancherai tanto.