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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

No al depuratore in Colmata a Chiavari: com’è difficile per il comitato far sentire le sue ragioni

È stato deciso ad un certo punto di pubblicare un manifesto che punti l’attenzione sulle responsabilità dell’amministrazione locale. Ma questo stesso manifesto giace in attesa di autorizzazioni. Non si sa bene da parte di chi
L'area della Colmata dove sarebbe dovuto sorgere il depuratore di vallata
L'area della Colmata dove sarebbe dovuto sorgere il depuratore di vallata
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(r.p.l.) Il Comitato No al Depuratore in Colmata a Chiavari, attivo da anni in città per scongiurare la costruzione a filo banchina di un depuratore comprensoriale per 140.000 abitanti equivalenti (il Comune di Chiavari ne conta 28.000 scarsi) da sempre trova grandi difficoltà a diffondere il proprio messaggio presso la cittadinanza.

Molti chiavaresi a lungo non sono stati informati in materia, e quando lo sono stati, ciò è avvenuto grazie alle attività del comitato e certamente non grazie alle autorità competenti, in primis la civica amministrazione, alle quali sarebbe spettato il compito, in ben altri tempi dell’iter, di promuovere il dibattito pubblico su un tema così importante per il futuro della città.

In particolare se si pensa che proprio sulla assoluta contrarietà alla localizzazione del depuratore comprensoriale in zona Lido la lista Avanti Chiavari-Di Capua vinse le elezioni contro il sindaco uscente Levaggi.

Dopo di che, sul depuratore è sceso il silenzio. Un silenzio impenetrabile, una cortina di fumo, una foschia da perderci l’orientamento. Del progetto, apparso quasi alla chetichella sul sito della Regione Liguria un ferragosto di ormai quasi tre anni fa nessuno fece parola, men che meno l’amministrazione con i suoi cittadini.

Andrea Sanguineti e Massimo Maugeri tra i primi fecero del loro meglio per alzare la consapevolezza dei chiavaresi sul problema, ma i loro rilievi ebbero scarsissima risonanza in città.

Le affissioni del Comitato, poi, hanno sempre avuto una vita travagliata: fatica a trovare i posti e una serie di disguidi ed errori nei tempi e nei modi. Senza contare la quantità eccezionale di danneggiamenti ai manifesti affissi che ne hanno spesso imposto la riaffissione. Si vede che pur nella generalizzata ignoranza del problema qualcuno al depuratore in colmata ci tiene proprio.

Ma l’ultimo episodio è certamente il più rilevante. State attenti.

Il Comitato decide ad un certo punto di pubblicare un manifesto che punti l’attenzione sulle responsabilità dell’amministrazione locale, che in più occasioni si è protestata contraria alla localizzazione del depuratore, e si è dipinta come ‘vittima’ di decisioni prese altrove, in contraddizione con il Sindaco metropolitano Bucci che proprio a Chiavari è venuto a dire che ‘il depuratore lo deve decidere il comune, è il comune che decide dove mettere le cose, non la Città Metropolitana’.

Il Comitato prepara dunque un manifesto che ritrae tutti i componenti della maggioranza che governa la città, usando le fotografie prese dai volantini elettorali delle loro stesse liste, e le accompagna alla domanda: ‘perché non avete fatto nulla per fermare questo progetto sciagurato?’ E, a chiusa: ‘Un’opera che verrà a costare molto più di qualsiasi alternativa’.

In data 24 aprile il Comitato contatta la società di affissioni (ICA) chiedendo la possibilità di affiggere 20 manifesti a partire dal 29 dello stesso mese. In un primo momento viene indicato il 6 maggio come prima data disponibile, successivamente rimandato al 10 maggio. In data 9 maggio i manifesti vengono regolarmente consegnati per l’affissione, poco dopo però un funzionario avverte che “in quanto vige il silenzio elettorale” devono attendere un via libera da parte del capo area (in realtà il silenzio elettorale scatta 48 ore prima del voto, se mai si dovrebbe parlare di una regolamentazione speciale in periodo elettorale, ma vabbè).

Il Comitato rivolge la questione al Corecom, l’organo preposto alla vigilanza della correttezza delle comunicazioni in periodo elettorale. Il Corecom risponde a stretto giro che pur non potendo essere consultato preventivamente in quanto il suo compito è di intervenire ex post solo sulle comunicazioni che giudica scorrette, non vede alcuna controindicazione di sua competenza all’affissione in quanto non figurano nel manifesto candidati alle elezioni europee, a Chiavari non si svolgono elezioni amministrative e il Comitato non ha alcuna connotazione partitica.

Il Comitato a questo punto gira ad ICA il parere del Corecom, senza però ottenere alcun risultato: il sospirato parere del capo area non sembra proprio voler arrivare.

Mentre scriviamo questo pezzo Comitato è dunque ancora lì che attende di veder affisso il suo manifesto. La cosa strana è che mentre il Comitato attende, un suo collaboratore riceve da un autorevole membro dell’amministrazione di Chiavari un irridente messaggio WhatsApp nel quale gli dice che la sua foto è vecchia di 12 anni e che è in grado di procurargliene una più recente, ed allega la foto del manifesto. Proprio quel manifesto (non la sua grafica, che ha girato nelle chat) che non è ancora pubblico, non essendo ancora uscito dagli uffici dell’ICA, e che da parecchi giorni attende il benestare non si sa di chi.

A questo punto forse è lecito farsi qualche domanda. Il Comitato se le sta facendo.

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