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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

C’erano una volta i sindaci eroi: sempre meno persone sono disposte a candidarsi. Troppi problemi e poche risorse

C’è una preoccupante mancanza di rappresentatività democratica tra fondi che non arrivano, personale che non c’è, compensi assai risicati, lontananza delle istituzioni centrali
Molti comuni dell'entroterra del Levante andranno al voto il prossimo fine settimana
Molti comuni dell'entroterra del Levante andranno al voto il prossimo fine settimana
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(r.p.l.) Sei anni fa, nel maggio del 2018, titolavamo ‘I sindaci eroi dell’entroterra ligure’ uno dei nostri editoriali più fortunati, condivisi e letti di sempre (si può rivedere qui). All’interno, il nostro editore Antonio Gozzi parlava in termini assai elogiativi di quei primi cittadini che, malgrado ogni problema, “rinunciando alla loro vita privata e sacrificando le famiglie sono a disposizione ‘24/7’ del pubblico non solo per questioni amministrative legate ai compiti dei comuni ma per molto di più: dalla sicurezza pubblica al presidio sanitario, finanche alla vicinanza psicologica ad individui e gruppi in difficoltà”. 

Sindaci eroi perché si trovano a operare in una situazione di “grave divario di condizioni economiche, sociali e culturali tra popolazioni delle aree urbane metropolitane e quelle delle periferie e delle aree interne”.

Sei anni fa accadeva tutto questo, e oggi il quadro, nonostante gli impegni e le ripetute promesse, spesso in molti casi è pure peggiorato. Ecco perché i sindaci che resistono sono ancora più eroi, ma si fa sempre più fatica a trovare loro sostituti. Persone che abbiano a cuore il proprio territorio ma, oltre a questo, abbiano anche voglia di assumersi la responsabilità di guidare un comune dal punto di vista amministrativo: tra fondi che non arrivano, personale che non c’è, compensi assai risicati, lontananza delle istituzioni centrali. Sempre meno persone sono disposte a candidarsi e, laddove non c’è una sfida a due, spesso c’è un solo candidato, oppure non c’è nemmeno quello.

È il tema della rappresentatività ed è ancora più attuale nella prossima tornata elettorale di giugno. Andranno al voto, nella Città Metropolitana di Genova, trentanove comuni e, per il Levante, si tratta di: Avegno, Borzonasca, Carasco, Castiglione Chiavarese, Cogorno, Coreglia Ligure, Lavagna, Leivi, Lorsica, Lumarzo, Mezzanego, Moconesi, Moneglia, Ne, Neirone, Rapallo, Recco, Rezzoaglio, Santa Margherita Ligure, Santo Stefano d’Aveto, Sori, Tribogna e Uscio.

Sfide apertissime nei comuni costieri, mentre nell’entroterra il vero ‘nemico’ sarà il quorum: perché laddove il candidato è unico, dovrà essere votato almeno dal 50 per cento, altrimenti l’elezione sarà nulla e arriverà il commissario nominato dallo Stato. Un problema nel problema, insomma: men che meno può fare il bene di un territorio chi non lo conosce.

Ma come mai i sindaci eroi stanno passando la mano? Come mai si stanno arrendendo? Come mai non c’è ricambio? Una riflessione in questo senso la fa Pierluigi Vinai, il direttore generale di Anci Liguria, ovvero l’Associazione Nazionale del Comuni Italiani: “È un’amara verità il fatto che si faccia sempre più fatica a trovare persone che si vogliano occupare della cosa pubblica. Chi lo fa, continua a farlo, ma più per spirito di servizio. E non si fa solamente fatica a trovare i candidati sindaci. È un bel problema anche completare le liste dei candidati consiglieri”.

Secondo Vinai, “in un contesto dove lo spopolamento è una realtà e determina anche altri problemi, a cominciare dal dissesto idrogeologico, l’inversione di tendenza sembra sempre più lontana. E i problemi sono sempre gli stessi: sanità, istruzione e trasporti. Finché non si investirà sui servizi essenziali, non ci saranno passi in avanti”.

I numeri: in Liguria ci sono 48 comuni al di sotto dei cinquecento abitanti e 133 sotto i duemila, “ma le fusioni non sono nella mentalità dei liguri, perché si tiene molto all’identità locale. In più, c’è una burocrazia che mette i bastoni tra le ruote. Pensiamo alle aree interne: se ne parla da dieci anni a livello nazionale, abbiamo a che fare con una lentezza esasperante”.

Tra le maggiori criticità, anche quella del cosiddetto ‘digital divide’, ovvero la differenza di connessione Internet tra costa ed entroterra, a livello di velocità. Del tema si è occupato di recente il consigliere regionale della LegaSandro Garibaldi. “Occorre una svolta e occorre attivarsi per mettere in atto ogni iniziativa per portare a termine i lavori del Piano Banda Ultralarga in Liguria, soprattutto per i Comuni del nostro entroterra – sostiene l’ex vice sindaco di Chiavari – In tal senso, ho presentato un’interrogazione che è stata discussa in aula. Recentemente, infatti, la Corte dei Conti ha denunciato sensibili ritardi sullo stato di avanzamento del Piano a livello nazionale, posto sotto il controllo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. I cantieri in Italia risultano fermi al 74% e a oggi la Liguria risulta essere la regione più penalizzata, con uno stato di avanzamento dei cantieri fermo al 47%. Su 198 Comuni liguri che devono essere raggiunti dalla fibra cablata, 36 risultano con cantieri terminati e connessi alla rete, 63 con i lavori eseguiti, ma non ancora connessi perché manca il collegamento tra reti locali e rete nazionale, 99 con i cantieri ancora in corso o in partenza. Regione Liguria ha già finanziato il progetto con oltre 30 milioni di euro. L’assessore regionale Alessio Piana ha spiegato in aula che, fermo restando la competenza nazionale, Regione Liguria si è attivata fornendo supporto a Open Fiber, Infratel e Comuni del territorio, di concerto con Anci, per la firma delle convenzioni operative. Inoltre, si è lavorato per ottenere i permessi, anche con Anas, per realizzare i lavori e si sono programmati costanti tavoli (con cadenza mensile) con i vari referenti a livello interregionale e nazionale. Su questa tematica così importante continuerò a monitorare l’avanzamento del Piano Banda Ultralarga in Liguria perché ritengo che sia un’opera primaria per i residenti e per lo sviluppo delle aziende del nostro territorio”. Magari anche questo contribuirà a far tornare la voglia a qualche sindaco eroe. 

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