di ROSA CAPPATO
Ad Avegno si è progettato un sistema di videosorveglianza per quasi 90mila euro. Ora manca solo il finanziamento. L’importo complessivo del progetto ammonta ad 88.000 euro. La notizia è di fine marzo: la giunta comunale, stante l’urgenza di provvedere, con separata e unanime votazione ha provveduto a varare l’adeguamento e l’ampliamento del sistema di videosorveglianza del territorio avegnese.
Nella seduta si è preso in esame e poi approvato il progetto esecutivo ‘in linea tecnica’, redatto senza ricorrere a professionisti esterni, ma dall’Ufficio Tecnico comunale, a cui ha provveduto Rinaldo Privino, il Responsabile Unico del procedimento. Il totale lavori ammonta a 70.900 euro.
La compartecipazione da parte del Comune all’investimento, che si auspica finanziato dal Ministero, sarà nella misura del 10%, da inserire con apposita variazione nel bilancio finanziario 2024-2026. L’urgenza del voto della giunta è stata dettata dalla scadenza dei termini di presentazione della progettazione per il relativo finanziamento, così da ottenere la valutazione ministeriale.
L’obiettivo è il potenziamento dell’impianto di videosorveglianza comunale. La documentazione andava presentata entro e non oltre il 29 marzo. L’amministrazione si è avvalsa di questa opportunità, per via del Decreto Legge 20 febbraio 2017 n. 14, recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”. L’istanza di ammissione al contributo, inviata unitamente alla delibera di giunta del 25 marzo, è in risposta alla documentazione richiesta a dicembre 2023, contenete anche il ‘Patto per la Sicurezza’ da sottoscrivere con la Prefettura competente.
La norma di riferimento individua la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, attraverso l’installazione di sistemi di videosorveglianza. Si tratta di un sistema unitario e integrato di sicurezza per il benessere delle comunità territoriali e indica i Patti sottoscritti dal Prefetto e i sindaci tra i principali strumenti per la promozione della sicurezza urbana. A questa opportunità potevano avere accesso e presentare domanda solo i Comuni che hanno sottoscritto questi Patti e il cui testo contempla, tra le misure anti degrado, proprio l’installazione di sistemi di videosorveglianza, in relazione alla specificità dei contesti, tenuto conto anche delle esigenze delle aree rurali confinanti con il territorio urbano.
Il Comune di Avegno ha adottato il ‘Patto per l’attuazione della sicurezza urbana’ il 18 marzo e il 22 dello stesso mese è stato sottoscritto digitalmente dal Prefetto e dal sindaco Canevello, alla Prefettura di Genova. I sistemi di videosorveglianza rappresentano una tra le misure di controllo del territorio a cui i Comuni hanno rivolto e continuano a rivolgere una sempre maggiore attenzione. L’amministrazione comunale rende noto che investe ogni anno alcune risorse per il mantenimento dell’infrastruttura di videosorveglianza esistente e che intende ora concorrere all’ottenimento dei finanziamenti previsti per il potenziamento della stessa: “al fine di assicurare ed accrescere, ove possibile, i livelli di sicurezza urbana e rurale”.
Anche per questa finalità si è reso opportuno integrare e aggiornare il sistema di videosorveglianza, appositamente progettato. Il territorio comunale ha un’ampiezza di oltre 11 km quadrati con diverse frazioni sparse su tutto il territorio ed è attraversato centralmente dalla S.P. 333, arteria di collegamento tra, Genova, il Golfo Paradiso e la Val Fontanabuona.
“La strada è un’arteria ad alto tasso di transito veicolare – si legge nella relazione allegata al progetto – e tale situazione ha prodotto una problematica del controllo territoriale e, nel contempo, un maggior utilizzo delle nostre arterie da parte di coloro che, per qualsiasi motivo delinquenziale, intendono sottrarsi al controllo delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni”.
Il tutto viene descritto come assecondato da caratteristiche orografiche e di morfologia urbana che ben si prestano a soggetti che intendono eludere i controlli di Polizia, con conseguenze dirette sulla sicurezza delle persone, dei luoghi e delle cose. Si sottolinea anche come i rilievi collinari, la fitta vegetazione e la posizione baricentrica rispetto alla rete viaria statale possano favorire i tentativi di fuga o occultare qualsivoglia comportamento illecito, con conseguente esposizione a fenomeni delinquenziali e di degrado, anche rispetto al recente concetto di sicurezza urbana introdotto dal cosiddetto ‘Decreto Minniti’: “Si intende per sicurezza urbana il bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città, da perseguire anche attraverso interventi di riqualificazione, anche urbanistica, sociale e culturale, e recupero delle aree o dei siti degradati, l’eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, la prevenzione della criminalità, in particolare di tipo predatorio, la promozione della cultura del rispetto della legalità e l’affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile, cui concorrono prioritariamente, anche con interventi integrati, lo Stato, le Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali, nel rispetto delle rispettive competenze e funzioni”.
L’amministrazione ha così deciso di adottare un progetto tecnologico, finalizzato alla prevenzione di fenomeni criminosi che possano genere un diffuso stato di insicurezza nella cittadinanza, mediante il ricorso ad adeguate tecnologie che impieghino strumenti avanzati di rilevamento e di deterrenza basati su sistemi di videosorveglianza. Gli ambiti di applicazione del progetto presentato sono: la tutela ambientale; le attività puntuali di prevenzione generale e di polizia giudiziaria; la sicurezza stradale; scuole, parchi e giardini, luoghi di culto; la tutela del patrimonio e di obiettivi sensibili; gli insediamenti abusivi; le bande giovanili. Gli obiettivi principali del progetto riguardano: il miglioramento dei fattori di degrado e della sicurezza urbana nelle aree collinari, anche in funzione del grado di deterrenza indirettamente generato; la possibilità di monitoraggio e recupero informazioni relative a fenomeni criminosi di tipo ordinario e di tipo istituzionale; l’individuazione degli autori degli illeciti; il maggiore presidio dei siti; la migliore conoscenza delle dinamiche legate ai temi della sicurezza; il contrasto dei fenomeni criminosi anche grazie al fattore di deterrenza creato; il contrasto dei fenomeni di abbandono di carcasse d’auto e rifiuti pericolosi, o ingombranti.