di FABRIZIO DE LONGIS
Lo Zueni Festival, la kermesse dedicata ai giovani lanciata lo scorso settembre dalla Società Economica di Chiavari, ha messo sul palco i giovani imprenditori del territorio, con le loro storie e i loro prodotti. Così a entrare nella squadra degli zueni sono stati anche i soci di Liquorificio Fabbrizii di Rezzoaglio. Una partecipazione che ha dato vita anche a una sinergia che ha l’obiettivo di riproporsi nel mercato. Infatti per l’occasione Liquorificio Fabbrizii ha creato un cocktail dedicato al festival insieme a Camügin, l’azienda di Camogli che produce, per l’appunto, un gin locale.
Fabrizio Fugazzi, lei guida il Liquorificio Fabbrizii. A settembre avete scelto di aderire allo Zueni Festival e da questa adesione ha preso vita un’idea di collaborazione con gli altri liquorifici che avevate in testa da tempo.
“La partecipazione a Zueni per noi è stata molto bella e anche sfidante. Ci siamo messi alla prova su un evento nuovo, stimolante, bello e abbiamo avuto l’opportunità di farci conoscere. In questo caso abbiamo creato un cocktail con il nostro amaro e il gin di Camügin di Umberto Revello. Ne è nato un prodotto che è piaciuto molto ma soprattutto che ha dato nuova vita a un progetto che stiamo costruendo”.
Quale sarebbe?
“Creare un dialogo strutturato fra tutti i produttori di amari e superalcolici della Liguria. Oggi manca un sistema che permetta di fare squadra ed è un peccato. Nel mercato odierno è necessario fare sistema e il nostro obiettivo è quello di crescere”.

Recentemente avete partecipato al TTG di Rimini, la principale fiera turistica d’Italia. Com’è andata questa esperienza?
“Molto bene. Devo dire che abbiamo collaborato con grande entusiasmo con Camügin, Amaro Camatti e Basanotto. Da questa esperienza ci siamo convinti ancora di più che dobbiamo collaborare tutti insieme. Siamo cresciuti e ci siamo incontrati grazie a Liguria Together e CNA. In questo modo vogliamo andare avanti”.
In che modo pensate di farlo?
“Il soggetto formale lo stiamo identificando. Pensiamo di prendere la strada della rete di impresa, ma questo devo dire è più un aspetto formale. Quello che conta è che ci sia la volontà di portare questo progetto a compimento e che ci sia anche un supporto istituzionale e di categoria”.
Una spinta che nasce dai giovani che vogliono rimanere, vivere e investire in Liguria.
“Direi proprio di sì. Noi come Liquorificio Fabbrizii, in cui siamo sei soci di cui due sotto i quarant’anni, e Umberto Revello che non ne ha trenta, abbiamo deciso di fare gli ‘zueni’ della situazione. Personalmente faccio anche parte dei gruppi giovani di CNA e Confindustria. Scelte che derivano dal fatto che le nostre energie di imprenditori, le vogliamo mettere anche a servizio dei territori in cui risediamo e lavoriamo”.
Un territorio che vi vede particolarmente coinvolti, visto che avete scelto di fare impresa nell’entroterra ligure, spesso dimenticato.
“La nostra è stata una scelta imprenditoriale ma anche di vita e filosofica, se così vogliamo dire. Abbiamo scelto di investire nel cuore della Val d’Aveto perché è quello che abbiamo sentito nostro, ma anche perché vogliamo contribuire, nel piccolo che ci appartiene, alla crescita di questi luoghi. Il nostro intento è quello di ridare qualcosa a un pezzettino di Liguria che a noi sta regalando molto”.
Una scelta che se ha dei vantaggi, avrà anche degli svantaggi.
“Certamente. Uno dei problemi principali, ad esempio, è la logistica. Siamo tre soci che non vivono in valle, ma a Chiavari, Recco e Pegli. Per noi vuol dire un importante impegno lavorativo. Andare in azienda è come andare a Milano. Ci vuole lo stesso tempo. Inoltre non è facile anche a livello logistico. Se la valle può e deve crescere, servono anche infrastrutture adeguate. I corrieri, per citare un caso, non tengono in considerazione una località come Rezzoaglio. Abbiamo dovuto prendere un magazzino a Chiavari perché altrimenti avremmo potuto spedire una volta sola a settimana”.
Dunque problemi risolti avvicinandosi alla costa?
“Non proprio, anche qui abbiamo delle problematiche sulle tipologie di trasporto e imballaggio rispetto alle quantità che inviamo. Servirebbe un dialogo più consono alle piccole imprese che crescono. Un supporto istituzionale e di categoria per far capire ad operatori che sono abituati a parlare con grandi gruppi e a gestire grandi flussi, che se una piccola azienda nasce e deve crescere, ha bisogno di trovare il suo giusto spazio in ogni parte della filiera”.
E come pensate di fare?
“Facendo squadra, come detto prima. Dobbiamo unire le forze in un dialogo positivo. Dobbiamo trovare la formula per lavorare insieme, bene e con successo. Poi coinvolgeremo i rappresentanti di categorie e le istituzioni locali per chiedere loro un supporto”.
Le prossime sfide, dunque, saranno per una logistica migliore e un insieme di squadra fra i produttori liguri?
“Certamente ma non solo. Siamo sempre operatori di mercato e il nostro primo obiettivo è farci conoscere e fare in modo che il nostro prodotto sia apprezzato e quindi acquistato. Ora abbiamo davanti la grande opportunità delle feste natalizie. A breve saremo in fiera a Milano e poi a Genova. Dopo l’esperienza positiva di Zueni, in cui centinaia di giovani hanno provato e gradito i nostri prodotti, e quella di Rimini, dove abbiamo contribuito a essere i biglietto da visita della Liguria per migliaia di operatori di settore, italiani ed esteri, vogliamo cogliere tutte le occasioni utili a farci conoscere”.
