di MATTEO GERBONI
Cari Lettori,
mai come questa volta vi chiediamo di ritagliarvi un po’ di tempo per navigare fra le pagine di questo numero di ‘Piazza Levante’ che festeggia i suoi cinque anni, leggendo gli articoli e osservando i video, entrambi più lunghi di quelli che normalmente trovereste su un quotidiano o su un settimanale online. Una scelta precisa, sin dal primo numero, perché nell’era dei tweet, dei messaggi vocali, dei post che commentano un’immagine, ma anche delle tante fake news che trovano terreno fertile nella necessità di star dietro alla rapidità dell’informazione, il nostro è un invito a riappropriarsi – a riappropriarci – della possibilità di leggere una storia, che cerchiamo di veicolare, nel miglior modo possibile, prendendosi tutto lo spazio (e il tempo) necessario per assimilarla. Ormai lo sapete non ci interessano le ‘ultime ore’, puntiamo piuttosto agli approfondimenti.
Un motore di sviluppo per creare nuovo valore nei nostri territori. Al plurale: territori. Perché ogni territorio è un mondo che dialoga con il resto del mondo, ma che al tempo stesso vive secondo le regole di un microcosmo: raccontare, riscoprire e far scoprire, proteggere e valorizzare, questo è il nostro obiettivo.
Insieme ad affermare che le battaglie del nostro tempo – l’ambiente, i diritti, il digitale, il lavoro – si possono vincere, facendo un giornalismo di inchiesta e di analisi indipendente, con una bussola di valori e idee molto chiara, ma senza diventare mai tifosi o cortigiani. Un giornalismo slow che abbiamo il dovere professionale di alimentare, lontani tanto dall’urlo sensazionalistico e incontrollato di un’informazione social usa e getta, quanto dai riferimenti di un giornalismo che fatica a rinnovarsi per mancanza – forse prima che di lettori – di risorse e professionalità.
Cinque anni di ‘Piazza Levante’. Un traguardo che ci inorgoglisce, ma nel contempo ci responsabilizza.
Per questo oggi avete cliccato su un giornale rinnovato nella grafica, ma anche nelle rubriche. Con pezzi di amici illustri che ci onorato della loro presenza.
Da questo numero troverete un giornale più agile, più facilmente consultabile, con contenuti ancora più ragionati.
Voglio ringraziare l’editore, la famiglia Gozzi, che ci ha dato tutti gli strumenti per portare avanti questa sfida, dandoci ampia libertà di manovra e tutta la redazione composta da giornalisti con una elevata serietà e deontologia.
Chi scrive su ‘Piazza Levante’ non è un divulgatore di notizie seriali. È un professionista che fiuta una storia e la racconta, dedicando il tempo necessario alla ricerca, che si documenta con cura prima di scrivere, che sa usare le parole e le rispetta.
Per questo stesso motivo non troverete mai neppure parole inutili, scritte per riempire uno spazio. Perché pensiamo che ogni parola abbia la capacità di accarezzare l’anima del lettore e un contenuto concreto che alimenta il rapporto con chi ci legge. Dunque non va svilita, non va utilizzata a caso, non va trattata come uno strumento qualsiasi.
Non troverete mai ammiccamenti ambigui nelle immagini e nei titoli, parole trappola o esche per estirpare emozioni dalla pancia dei lettori e trasformarle in clic frettolosi. Questo significa ottenere meno clic? Noi crediamo di no e i numeri, ad oggi, ci danno ragione.
Crediamo che la regola in questi casi sia molto semplice: se vuoi lettori di qualità cerca di offrire tu per primo qualità. Facendo, semplicemente, il lavoro come va fatto.
Che il futuro sia con noi.