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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

‘Nessuno resta mai in mezzo alla strada’: la fitta rete sociale nel Comune di Camogli per l’accoglienza delle persone più fragili

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di ROSA CAPPATO

‘Nessuno resta mai in mezzo alla strada’. Così Margherita Ceravolo, responsabile dell’area servizi alla persona del Comune di Camogli parla del progetto ‘Sai’, Sistema di Accoglienza Integrato del Distretto socio sanitario 13. Descrive le modalità dell’accoglienza per rifugiati, di cui, da maggio 2021 Camogli ècomune capofila.

“Si tratta di un progetto distrettuale che scade nel 2023. A breve il distretto si dovrà pronunciare per dire se si intende proseguire e, in tal caso, il nostro Comune si è già reso disponibile per restare capofila. Sono coinvolti oggi, oltre il borgo, anche Uscio, Bogliasco e Pieve Ligure”. I Comuni di Sori e Recco, invece, negli anni scorsi non hanno più aderito all’iniziativa. ‘Sai’ indica il nuovo sistema di accoglienza, sostituisce il ‘Siproimi’, introdotto dal primo Decreto Sicurezza nel 2018, che a sua volta aveva rimpiazzato il modello ‘Sprar’, tante strane parole, con cui, in concreto, si intende accogliere e aiutare i rifugiati, offrendo loro un tetto sicuro e accogliente, sotto il quale ripararsi e avere l’occasione di conoscere e intraprendere le diverse strade da percorrere, per inserirsi nella nostra comunità, tramite la conoscenza della lingua, della cultura, degli ordinamenti, le varie professioni, in un percorso che a volte dura anche due anni.

A queste modifiche degli acronimi sono corrisposte, nel tempo, diverse modalità di intendere l’accoglienza, che allargano o respingono le maglie dei possibili beneficiari. Il modello ‘Sai’ ad esempio tende a ricalcare quello degli ‘Sprar’, ‘Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati’, reintroducendo la possibilità per i richiedenti asilo di accedere ai percorsi della seconda accoglienza, in un’ottica inclusiva e richiamando il precedente modello virtuoso.

Con le modifiche apportate dal decreto legge del 2018, meglio noto come primo Decreto Sicurezza, lo ‘Sprar’ era diventato ‘Siproimi’, ‘Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati’, comportando l’esclusione dei richiedenti asilo.

Sono due i livelli differenziati di erogazione dei servizi: il primo è destinato ai richiedenti asilo, a cui sono destinate “prestazioni di accoglienza materiale, l’assistenza sanitaria, l’assistenza sociale e psicologica, la mediazione linguistico-culturale, la somministrazione di corsi di lingua italiana e i servizi di orientamento legale e al territorio”; il secondo è rivolto ai titolari di protezione internazionale e “finalizzati all’integrazione”, tra cui si comprendono, oltre quelli previsti al primo livello, l’orientamento al lavoro e la formazione professionale.

Tornando al Golfo Paradiso, sono 39 le persone coinvolte oggi e distribuite tra il territorio di Camogli e quello di Uscio. Il progetto fu presentato nel giugno 2021 in Comune, alla presenza del sindaco Francesco Olivari, di Margherita Ceravolo, del responsabile del progetto Vittorio Gallo, del consulente tecnico Danilo Parodi, dell’assistente sociale Irene Di Lorenzo e tutti i coordinatori delle strutture.

In vigore dal 2017, al ‘Sai’ aderirono i Comuni di Bogliasco, Uscio, Camogli e ne furono capofila anche Sori e Bogliasco. L’obiettivo era l’inserimento di un massimo di 41 persone. All’epoca ne erano presenti già 28, 12 nel Comune di Uscio e 16 a Camogli (7 donne, 2 uomini e 9 bambini di età compresa tra 0 e 5 anni).

La linea era tracciata. “A gestire l’accoglienza – spiega Ceravolo – ci sono tre cooperative che hanno vinto i bandi emessi per tale obiettivo: Cooperativa Un’altra storia; Cooperativa Lanza del Vasto e Cooperativa Il Ce.Sto”. ‘Un’altra storia’ opera a Camogli nell’ex struttura conosciuta come ‘Casa Stella’, quella in cui all’inizio di questa esperienza Suor Rosa e le consorelle francescane del Verbo Incarnato, a Sant’Anna, decisero di accogliere l’invito di Papa Francesco, dedicandosi alle donne rifugiate e i loro bimbi, provenienti per lo più dall’Africa. Sempre a Camogli opera ‘Il Ce.Sto’ che segue tre appartamenti. La ‘Lanza del Vasto’ si occupa di rifugiati sul territorio comunale di Uscio. Senza invadere la privacy è consentito riferire che attualmente tra le persone seguite con status di rifugiato per la maggior parte ci sono africani, ma c’è anche una donna in gravidanza, che viene dall’Ucraina.

“Si accolgono tutti i rifugiati provenienti da ogni parte del mondo”. Prima era la Prefettura a indicare i nominativi, poi si è passati al sistema centrale e oggi l’interlocutore unico è il ministero. Attualmente tra i rifugiati ‘Sai’ ci sono otto bambini, uno di 3 mesi appena. In questi anni non si contano i ricambi e attualmente a Camogli restano solo due posti liberi su 20. “Dopo il periodo della pandemia – riferisce il coordinatore Giovanni Abbondati – ingressi e uscite si sono succeduti più rapidamente, molte persone sono andate via, ed altre sono state accolte, ma allo stesso tempo i progetti anche didattici sono ripresi e tuttora attivi. Al momento stiamo seguendo 18 rifugiati. Abbiamo donne e bimbi. Recentemente è stata accolta una donna africana con suo figlio di quattro anni, come in passato persone provenienti dal Nord Africa. Insieme ai volontari e alle istituzioni ci occupiamo di varie iniziative sempre volte all’inserimento”.

L’operatore spiega che c’è interesse per la scuola per adulti, in particolare quella istituita insieme ai volontari e l’assistente sociale Di Lorenzo, nella sala alla ‘Casa del popolo’, ma anche per le borse di studio, i tirocini e gli inserimenti lavorativi. Il sistema, dunque, avanza consolidato. “Sono tutti sistemati – chiude Ceravolo – molti ospiti nel corso degli anni si sono anche sposati e trasferiti in altre città. Capita che altri, invece, restino più a lungo nelle strutture. Il ‘Sai’ consente di fermarsi oltre l’anno, anche due, poiché il progetto è rinnovabile fino all’autonomia completa della persona: nessuno viene mai lasciato per strada”.

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