Il mondo della musica genovese, ma anche ligure e italiano, piange la morte di Giorgio Lombardi. Ottant’anni compiuti e purtroppo malato da tempo, è stato uno dei massimi esperti e collezionisti di jazz nella nostra nazione, con particolare predilezione rivolta al repertorio classico. Anima ultracinquantennale del Louisiana Jazz Club, è stato anche collaboratore del Museo del Jazz ‘Gianni Dagnino’ di Palazzo Ducale. Ha scritto per riviste, quotidiani, lavorato per la Rai, realizzato documentari e libri, ancora oggi considerati punti di riferimento dagli studiosi e dagli appassionati.
Lombardi, classe 1937, viveva a Genova, dove ha esercitato gran parte della sua attività.
Negli anni Sessanta, è stato tra i principali promotori del Louisiana Jazz Club, il circolo del jazz più longevo in Italia insieme a quelli di Milano e di Torino. La data di fondazione è, infatti, il 1964. Il critico genovese, insieme a Guido Festinese e Adriano Mazzoletti, è stato tra i principali diffusori di questa musica, e di questa cultura, non sono in Liguria, ma anche in Italia.
Ai tempi, il ‘Louisiana’ si trovava presso i fondi di Palazzo Ducale, per poi spostarsi in corso Aurelio Saffi, presso la Casa del Mutilato e, dagli anni Duemila, nella sua attuale collocazione, in via San Sebastiano. Direttore artistico e vera ‘anima’ del club, proprio Giorgio Lombardi. Che, oltre a essere un esperto di jazz di fama internazionale, era anche un assiduo collezionista. E molti dei suoi ‘pezzi’ – insieme a quelli di Gianni Dagnino, Maurizio Domenicucci, Giorgio Dodero, la famiglia Bombrini, la famiglia Raffetto, Giancarlo Orcesi, Mauro Manciotti, Giorgio Dodero, Adriano Mazzoletti e Guido Festinese – costituiscono, dal 2000, l’immenso patrimonio del Museo del Jazz ‘Gianni Dagnino’, che ha sede al Ducale.
Oltre a questo, è intensa pure l’attività di studi di Lombardi. Ha scritto per anni su ‘Musica Jazz’, la principale rivista italiana dedicata a questo settore e negli anni Duemila ha collaborato con il quotidiano genovese ‘Corriere Mercantile’, pubblicando pure qui interviste e recensioni.
Nella sua carriera, ha scoperto molti talenti musicali e collaborato con la Rai, ed è stato autore di numerosi saggi, come ‘New Orleans, Chicago, New York’ per l’editore De Rubeis, una completa retrospettiva sul jazz tradizionale, e i due volumi per Daniela Piazza Editore dedicati all’‘Hot jazz’.
Nel capoluogo ligure, viene ricordato per il libro ‘Genova e il jazz’, edito dalla Banca Carige. Aveva inoltre fatto parte del comitato di redazione della ‘Grande enciclopedia del jazz’ edita dalla Curcio negli anni Ottanta e Novanta, mentre per De Agostini nel 1990 aveva pubblicato una ‘Guida alla Discoteca’ insieme a Mario Luzzi, a corredo de ‘I maestri del jazz’.
‘Piazza Levante‘ ricorda il collega e critico con immensa stima.