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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Il Family Act passa al Senato e diventa legge. Raffaele Loiacono (Forum Famiglie del Tigullio): “Ma adesso serve un Piano Marshall per investire sulla natalità”

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Il ‘Family Act’ è diventato legge dopo la sua approvazione al Senato dello scorso 6 aprile. È un pacchetto di misure pensate per le famiglie con figli, che hanno lo scopo di promuovere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie. Inoltre, si pone l’obiettivo di contrastare la denatalità, valorizzare la crescita dei bambini, promuovere l’autonomia dei giovani e favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro, in particolare quello femminile. Raffaele Loiacono, presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Tigullio, interviene sul tema con questo scritto che volentieri pubblichiamo.

di RAFFAELE LOIACONO *

Il 6 aprile 2022, il Senato della Repubblica ha approvato in via definitiva il Family Act, disegno di legge recante ‘Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia’ con 193 voti favorevoli.

Concordiamo con quanto affermato dalla Ministra Elena Bonetti: “È una giornata storica per il Paese di oggi e per il Paese di domani, un successo ottenuto grazie al contributo trasversale di ricomposizione delle posizioni a livello parlamentare, una riforma che si rivolge a tutto il Paese: quello di oggi e quello che noi desideriamo poter consegnare alle nuove generazioni domani”.

Finalmente l’assegno unico e il Family Act sono una realtà; sono misure volute dalla stragrande maggioranza del Parlamento: vuol dire che ci sono dei temi, come quelli della famiglia e della natalità, che sono capaci di unire l’Italia.

Un ringraziamento alla tenacia della Ministra Bonetti e anche al Forum delle Associazioni Familiari che ha operato silenziosamente, dietro le quinte, rasserenando gli animi, compattando tutte le differenze politiche, parlando con tutti i parlamentari e i membri del Governo.

Con l’approvazione definitiva del Family Act l’Italia ha scelto di attivare una riforma strutturale, integrata, sistemica per le politiche familiari, che mette al centro le politiche familiari stesse. Finalmente anche in Italia la famiglia comincia ad essere considerata una risorsa e non un problema. Assegno unico e Family Act ci fanno entrare in una logica europea anche se, con i seguenti provvedimenti, siamo solo all’inizio: il potenziamento del sistema del welfare, con l’introduzione dell’assegno unico e universale; la promozione delle pari opportunità per le donne e per gli uomini; gli incentivi all’imprenditoria femminile; la riforma dei congedi parentali, il sostegno alle spese per i percorsi educativi dei figli; le detrazioni fiscali per le spese legate all’istruzione universitaria.

Come Forum delle Associazioni Familiari riteniamo di esprimere una serie di valutazioni.

Abbiamo costruito le fondamenta per la casa, ma ora servono risorse per renderla funzionale. Bisogna migliorare l’assegno unico e finanziare le singole misure previste dalla riforma, ma, soprattutto, non dobbiamo dimenticare la necessità di un Piano Marshall per la natalità all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Il Family Act comprende l’assegno unico che richiede un’attenta applicazione per far sì che faccia guadagnare tutti e nessuno ci perda. Bisogna finanziare in modo congruo le singole misure del Family Act, fermo restando che la partita più grande resta però quella della natalità. Attualmente manca un Piano Marshall per la natalità all’interno del Pnrr.

Una dimostrazione della difficoltà emerge dal fatto che sono usciti i fondi per gli asili nido ma i Comuni non partecipano: questo è logico perché i politici non si rendono conto di quali sono gli effettivi bisogni a livello territoriale. Quindi, se un sindaco vede che nel suo paese il trend per i prossimi venti anni è che nasceranno sempre meno bambini e ci saranno sempre più anziani, investirà in Servizi Sociali e ospizi e non in asili.

Quindi serve un piano choc per la natalità che spinga le famiglie a fare figli e i giovani a realizzare questo sogno in Italia e non all’estero, faciliti la prima casa e il loro lavoro, solo dopo avranno automaticamente un senso gli asili nido e i congedi di paternità.

Con questi provvedimenti è stato iniziato un buon lavoro che però richiede di essere completato; per esempio, per l’Assegno unico universale dobbiamo verificare come verrà gestito, chi ci perde, quanti soldi avanzano, quali migliorie servono.

Con il Family Act, dobbiamo vedere quanti soldi si investono per il lavoro dei giovani, quanti per i congedi parentali; forse, prima di mettere miliardi sui congedi parentali, sarebbe meglio mettere i miliardi che mancano sull’assegno unico. Non dimentichiamo che i congedi parentali riguardano i lavoratori dipendenti, che già hanno molte tutele. Un giovane, che fa un figlio ed è quello che ha più necessità, di solito non ha un contratto lavorativo che lo tutela.

Riteniamo che sia necessaria una visione di lungo periodo, non legata semplicemente al consenso perché il Pnrr toglierà o metterà sulla testa dei nostri figli tanti debiti e pertanto le politiche dei padri vanno concordate anche con i figli. A loro che mondo lasciamo?

Riteniamo infine che ci sia anche un problema culturale. Facciamo un esempio: per incentivare l’utilizzo dell’energia alternativa o delle auto a emissioni zero, lo Stato fa dei bonus che valgono per tutti, nessuno escluso.

Sull’assegno unico, quindi sui figli, c’è il peso dell’Isee che è profondamente ingiusta verso le famiglie con figli. È una questione di mentalità: un figlio viene visto come un privilegio, come un lusso, e non come un bene comune. Dobbiamo cambiare questo modo di pensare, per cui per tutto ci sono agevolazioni e sconti che non tengono conto della situazione patrimoniale, come invece avviene per le famiglie con figli, a cui si fanno i conti in tasca.

(* Presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Tigullio)

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