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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Gioielleria Rocca, l’età dell’oro con l’Argentina sullo sfondo

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Le vetrine in legno di pino ruotano e si aprono sul caruggio: come il sorgere del sole, è questo l’inizio di ogni giornata dell’oreficeria Rocca. C’è chi si ferma per guardare l’opera dell’ingegno chiavarese datata 1890, l’anno in cui il signor Copello rientra dall’Argentina dopo aver fatto fortune nel commercio di birra e commissiona al laboratorio Foppiano di via Entella qualcosa che diventerà speciale: perché in anticipo sulle strategie moderne di marketing, anche il packaging riveste un ruolo fondamentale.
Nella gioielleria senza porta – sì avete letto bene – c’è pure un binario metallico che serviva per muovere il bancone di vendita e lasciare spazio al ‘trasloco’ di tre vetrine mobili che, terminata la giornata, venivano riposte nel retro bottega. Da Copello a Rocca fino all’attuale proprietà: un trio, Giovanna Feretto, sua mamma Maria Gioia e il marito di lei Virgilio Buccini, a formare la ‘F.G.B. sas’.

Oggi a servire i clienti è rimasta Giovanna che ricorda le sue Sliding Doors: “Ero avviata verso una carriera da insegnante, poi il marito di mia madre vide nell’acquisto di questa attività un’opportunità. E così il percorso della mia vita cambiò: se il rapporto con i clienti mi veniva naturale, ben più complicato fu imparare il mestiere, a partire dal riconoscimento delle pietre; frequentai diversi corsi a Milano e il signor Rocca, persona burbera ma amata da tutti, ci affiancò nei primi mesi”.
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia: l’oro giallo è sostituito nelle tendenze dall’oro bianco e da quello rosa, i servizi in argento, tipico regalo di nozze, sono ormai un ricordo preistorico, “così come le code che avevamo in negozio nel periodo delle Comunioni”, racconta Feretto. Bei tempi che non ritorneranno, perché questa è la normalità nell’era di smartphone e iPad, con un pizzico di inevitabile rammarico: “Mi dispiace che si stia perdendo l’amore per la bellezza, oggi si guarda più alla funzionalità”. A proposito del tempo presente: i gioielli che vanno più di moda sono ‘I Birba’, i bracciali e le collane della famiglia pensati per ogni età; pure gli orologi, un grande classico, non perdono mai il loro fascino: il brand Daniel Wellington è in cima alle preferenze con il cinturino che si può cambiare e adattare in base ai propri gusti e alle diverse occasioni.

Da Feretto la clientela è variegata, con una netta prevalenza femminile, “anche se gli uomini sono clienti perfetti, hanno le idee molto chiare”, e non è vero, come affermano i maliziosi, che il regalo destinato a mogli e fidanzate ha un’alta percentuale di cambio. Al fianco di Giovanna Feretto da una decina di anni c’è la giovane figlia Carlotta che i gioielli non solo li vende ma li disegna, così da rendere unico ognuno di essi. La particolarità della gioielleria, infatti, è proprio questa: creare nel proprio laboratorio, spesso con la complicità del cliente, gioielli unici con una grande attenzione a quei particolari che fanno la differenza una volta indossati. L’evoluzione della gioielleria Rocca è servita: sulla strada dall’Argentina a Chiavari, l’età dell’oro non tramonta mai.

DANIELE RONCAGLIOLO

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