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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390
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La più grave crisi istituzionale della Repubblica non nasce da comportamenti sbagliati del Presidente Mattarella ma dall’estremismo e dalla mancanza di senso di responsabilità di Movimento 5 stelle e Lega.
La Costituzione (ve la ricordate, la Costituzione più bella del mondo?) dà al Presidente della Repubblica precisi poteri e prerogative che non possono essere impunemente violati pena un grave vulnus al nostro sistema democratico e istituzionale.
Nelle crisi politiche il Presidente della Repubblica non è un mero notaio o passacarte ma, legittimamente, nomina il presidente del Consiglio ed i ministri, così la Costituzione espressamente prevede.

Ci sono tanti interrogativi sul comportamento di Cinque Stelle e Lega durante questa crisi:

  1. entrambi i partiti hanno passato la scorsa legislatura ad inveire contro premier non eletti. Poi, per contrasti tra loro sul nome del Presidente del Consiglio, hanno proposto un avvocato semi-sconosciuto che non era mai stato eletto in Parlamento o in altra assemblea elettiva, imponendolo di fatto al Presidente della Repubblica.
  2. questo premier mai eletto era alla testa di una coalizione che non si era presentata insieme alle elezioni. Quelli che oggi urlano “rispettate la volontà popolare” dovrebbero ricordare che il popolo alle urne aveva trovato la Lega schierata con Berlusconi e non con Grillo. Era successo anche nel 2013 con PD, NCD e Scelta Civica. Allora però i grillini e i leghisti lo chiamavano ‘inciucio’, oggi lo chiamano ‘contratto’.
  3. alle elezioni del 4 marzo nessuno aveva proposto l’uscita dall’euro. Non c’è nessuna maggioranza tra gli italiani che si sia mai espressa a favore dell’uscita dall’euro. Chi vuole uscire dall’euro lo deve dire prima delle elezioni e non dopo.
  4. ipotizzare l’uscita dall’euro con un piano B, studiato anche dal candidato ministro Savona, che Mattarella ha rifiutato, sta già creando un disastro finanziario per l’Italia. L’ipotesi contenuta in una bozza del contratto di non restituire 250 miliardi (!) di debito pubblico italiano sottoscritto dalla BCE e l’idea di creare una sorta di moneta parallela come quella che aveva in testa il greco Varoufakis prima del disastro, hanno dato l’idea di un paese allo sbando.
  5. il Presidente Mattarella era pronto a firmare la nomina a ministro dell’economia del braccio destro di Salvini, l’on. Giorgetti. Ma la Lega non ha voluto. Perché Giorgetti no e Savona sì? Cosa c’è sotto? L’impressione è che Salvini abbia usato questa vicenda come alibi e come una straordinaria occasione di tornare in campagna elettorale e migliorare il suo risultato. E il bene degli italiani?
  6. Di Maio ha proposto la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica Mattarella. Lo ha fatto dopo aver detto e ripetuto per settimane che “sui ministri decide il Presidente della Repubblica con il premier incaricato”. Che cosa è successo? Perché Di Maio ha cambiato idea?

La richiesta fatta dal M5S  di messa in stato d’accusa del Presidente Mattarella è completamente priva di fondamento. Infatti la Costituzione prevede (art. 90) che il Presidente della Repubblica, nell’esercizio delle sue funzioni, può essere messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune soltanto per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. Qui l’attentato alla Costituzione hanno provato se mai a farlo grillini e leghisti, che pretendevano che il Presidente fosse un passacarte esecutore dei loro ordini.
La Lega sulla richiesta di ‘impeachment’ del Presidente non ha seguito i grillini, che si sono ritrovati da soli con la Meloni di ‘Fratelli d’Italia’, salvo poi ritirare l’ipotesi.

Ci aspettano mesi difficili. Non si può non essere preoccupati per quanto sta succedendo. Chi mette in discussione l’appartenenza alla zona Euro danneggia i cittadini italiani, le imprese piccole medie e grandi e non si rende conto di ciò che fa.
Per poter discutere di una revisione delle regole europee, quanto mai necessaria, occorre avere credibilità e serietà.
Abbiamo un grande debito, molti all’estero ci hanno prestato e ci prestano soldi. Non si può neanche lontanamente dare l’impressione che questo debito non lo vogliamo onorare.
Il Presidente della Repubblica con grande sofferenza si è preso l’onere di ricordare tutto ciò agli italiani e si è assunto la responsabilità di proteggere l’istituzione che rappresenta nel rispetto della Costituzione.
Quell’uomo che ricordiamo giovane, con, tra le braccia, il fratello trucidato dalla mafia, ha reso un grande servizio all’Italia.
Noi siamo con lei, Presidente!

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