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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

‘Anni’ Croce, una vita a bordo vasca. “Lido, che nostalgia”

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Spunta la barba ed è subito pallanuoto. Una barba d’antan, a denominazione di origine controllata, niente a che fare con certi hipster che ruotano oggi attorno alle piscine (e non solo).
Andreino Croce è un punto di riferimento della pallanuoto ligure, che è come dire tre quarti di quella italiana e un buon terzo del movimento mondiale. Chi è stato al bordo di una vasca negli ultimi quarant’anni non può non averlo conosciuto. Che avesse la calottina in testa oppure no. ‘Anni’ come lo chiamano gli amici – e ne ha in ogni parte del mondo – ha diverse primavere alle spalle eppure conserva una invidiabile freschezza di passione e dedizione per il suo sport e la sua società, la Chiavari Nuoto, che ha visto nascere e che ha accompagnato passo passo quasi dagli albori, rivestendo diversi ruoli, prima giocatore, poi allenatore, infine dirigente.
Sempre dentro o affacciato sul limitare di una vasca magica, quella del Lido, prima riempita di acqua salata, pompata direttamente dal mare distante solo pochi metri, poi di acqua dolce e oggi di porcherie, quasi una metafora dell’umiliante stato di abbandono nella quale versa da 15 anni.
Andreino Croce torna indietro negli anni, al periodo dei pionieri e non può non sorridere: “La Chiavari Nuoto nacque per volontà di un gruppo di valenti nuotatori, sia di fondo che di velocità, che scelsero di aggregarsi attorno a una piscina, il Lido appunto, che era una delle poche agibili nel dopoguerra. I risultati prestigiosi ottenuti spinsero a creare anche una squadra di pallanuoto che partì dalle categorie più basse. Il primo balzo in avanti grazie al mitico Casabona, ex allenatore del Nervi che ci forgiò come atleti e come uomini”.
La pallanuoto prese il sopravvento sul nuoto che aveva perso molti campioni passati a club più prestigiosi (e danarosi) come la Fiat Torino. “A Casabona, andato a predicare pallanuoto in Sicilia, seguirono tecnici che contribuirono alla nostra crescita come Pagani e Carbone, superammo anche il Lavagna di ‘Giumin’ Di Bartolo. Ricordo come se fosse oggi il gol decisivo in controfuga nel derby-spareggio per salire in C, una soddisfazione inesprimibile…”.
Anni appende la calottina al chiodo, ma la sbornia da acqua (salata prima, dolce poi) non passa. “Niente giacca da dirigente, mi rimbocco le maniche e faccio la mia parte per allestire una squadra che porti Chiavari in serie A. Ci riusciamo in tre anni, passando dalla C alla A con il contributo di due stelle a fine carriera ma ancora luminosissime: Franco Lavoratori e Mario Cevasco dopo aver vinto tutto con la Pro Recco vengono al Lido per fare i giocatori-allenatori. Da lì in poi per venti anni restiamo nel gotha della pallanuoto: da Chiavari passano campioni e campionissimi, da Tamas Marcz a Dudo Simenc, da Alessandro Calcaterra a Gu Baldineti al compianto Jesus Rollan che avrebbe dovuto essere il nostro allenatore se non fosse improvvisamente e tragicamente scomparso. Con Baldineti in panchina la Chiavari Nuoto entra nei play off scudetto. E’ il nostro zenit”.
Il verdeblù si stinge un poco negli anni della crisi, poi negli ultimi anni tenta il rilancio grazie alla guida manageriale e illuminta del presidente Danilo Ghio, altro ex atleta. Anni Croce, anzi ‘Annicroce’ senza trattino, come tutti lo chiamano, viene premiato dal Coni, lo scorso dicembre, per il suo ultra-decennale impegno nel propagandare la pallanuoto. E’ sempre lì, che sogna come un ragazzino.
Croce premiato dal Coni lo scorso dicembre per la sua carriera
 “Ripenso ai fasti degli anni Settanta e Ottanta, eravamo novizi al tavolo delle grandi ma la FederNuoto capì che eravamo gente seria e soprattutto che avevamo a disposizione una piscina magica, aperta 12 mesi su 12 grazie alla copertura mobile di inverno, e che Chiavari e il Tigullio erano la base ideale per manifestazioni e collegiali. “Ci diedero da organizzare eventi progressivamente più importanti, dai meeting giovanili ai campionati nazionali assoluti di nuoto nel 1977, quelli in cui Guarducci ottenne il record europeo dei 100 s.l. Fu li che nacque la leggenda dell’acqua magica del Lido, piscina dotata di una scorrevolezza unica. E poi tornei di pallanuoto internazionali”.
Nella prima metà degli anni Novanta la grande opportunità: “Ratko Rudic, santone delle piscine e guida della mitica squadra che aveva trionfato alle Olimpiadi del ‘92, disse che il progettato centro federale per la pallanuoto doveva nascere a Chiavari. Presentammo all’amministrazione comunale il progetto per i necessari lavori di ampliamento della struttura al Lido, arrivammo a un passo dall’approvazione poi tutto si arenò. Non c’era la volontà politica da parte di chi allora governava la città”. Una occasione perduta per il destino turistico della città:  “Rivangare le polemiche che seguirono all’affossamento del progetto è troppo doloroso. Eppure i costi del progetto erano coperti per il 50% dalla Fin e l’altro 50% sarebbe stato erogato dal Credito Sportivo”. Un attimo di tristezza oscura il volto di Croce: “Non voglio pensare neppure per un attimo che per il mio, il nostro sport, non ci sia futuro nel Tigullio. Domani deve essere un altro giorno”.
La fierezza della barba più famosa della pallanuoto ligure batte persino l’orgoglio di Rossella O’Hara.
DANILO SANGUINETI

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