di DANILO SANGUINETI
Signori, si chiude. Per salvare il salvabile però. Se c’è un lato positivo per la più grave crisi attraversata da uno sport che in crisi c’è in servizio permanente effettivo, è quello di aver addolcito i contrasti e le tensioni che da tempo animano le società di vertice, lacerano i rapporti personali e creano continue frizioni dentro e attorno la federazione, impedendo la nascita di una lega dei club (fatto unico tra gli sport di squadra italiani).
L’orientamento emerso dalla riunione di metà aprile è netto: solo il Brescia, per bocca del suo presidente Andrea Malchiodi, ha chiesto di riprendere, gli altri club, fatto più unico che raro, si sono trovati d’accordo nel lasciar perdere. Soprattutto quando hanno ascoltato dalla bocca di Giuseppe Marotta, presidente dell’Ortigia e consigliere federale oltre che braccio destro del presidente Barelli, che annullato il progetto di un mega concentramento per far disputare le giornate mancanti, si attenderà il 3 maggio per conoscere dal Governo le disposizioni sulle manifestazioni sportive.
La sensazione è che si vada verso l’annullamento di ogni competizione nazionale, Coppa Italia e titoli giovanili compresi. C’è grande incertezza sulle coppe europee: qui è lotta con Len e Fina in disaccordo, le differenze dell’andamento dell’epidemia di Covid-19 nei vari paesi impedisce di fatto la scelta di una data.
Barelli, che si divide tra Parlamento, Fin e Len, tenta di trovare una strada che salvi le italiane e che mantenga in piedi la baracca. Perché le scosse telluriche impresse dalla crisi Coronavirus rischiano di mandare a carte quarantotto l’intero movimento. Un ultimo sussulto per salvare la stagione è la proposta che parte da Napoli di unificare la stagione 2019-20 alla 2020-21 ma il presidente della Pro Recco, Maurizio Felugo, ha pronunciato parole definitive: “La proposta che ha senso è quella dell’annullamento della stagione in corso e dell’allargamento a 16 squadre del prossimo campionato. Credo sia la più adatta per il momento che stiamo vivendo. Meglio fare un campionato bene, dato che ci saranno tante incognite, che due fatti male. Questa stagione è falsata, non ha senso che venga conclusa. Con la proposta di Cufino resta il problema dei tesseramenti. Mi fa comunque piacere che la Federazione abbia istituito una commissione, nessuno meglio della Federazione può analizzare come e quando si possa ripartire. Vedremo se arriveranno novità dopo il 3 maggio”.
Marotta e Barelli pescherebbero due squadre dalla A2 e dividerebbero le partecipanti in quattro gironi, con l’accesso alla finale scudetto per le prime 2 squadre di ogni girone, con le restanti che dovranno invece giocare per salvarsi da retrocessione. I gironi dovrebbero essere fatti sulla base della territorialità e potendo quindi limitare spostamenti, costi e rischi per la salute. Il peggio è che anche per le Coppe Europee, Champions e Euro League, aumenta ogni giorno che passa il rischio che non vengano terminate.
La Len aspetterà la prima settimana di maggio per prendere una decisione. Le difficoltà oggettive sembrano insormontabili, molte nazioni hanno chiuso sia gli ingressi agli stranieri che le uscite ai propri cittadini, soprattutto in Europa Orientale non sembrano disposti a fare eccezioni. E con atleti di alcune società fermi da due mesi o tornati nei loro paesi di origine, sarebbe un indescrivibile caos. Alla fine ha tentato la sintesi lo stesso Paolo Barelli: qua si rischia la morte dello sport dilettantistico in Italia, con le discipline acquatiche a rischio spegnimento per consunzione. “Attendiamo di sapere dal Governo quando potremo riaprire le piscine. Intanto abbiamo formato una commissione tecnico-scientifica per redigere le linee guida per far ripartire l’attività in piena sicurezza e per garantire la fruibilità degli impianti. Perché in questo momento il principale pensiero è salvare la base. Palestre, piscine e centri sportivi rischiano di chiudere e non riaprire più. I 200 milioni proposti dal Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, a fondo perduto per le società sportive sono una goccia nel mare. Servono altri provvedimenti: per esempio un credito d’imposta del 60% per le locazioni di impianti privati, la rateizzazione dei canoni di affitto degli impianti, lo slittamento delle bollette e la cassa integrazione fino a ottobre. Infine, l’introduzione dei voucher da dare alle famiglie per mandare i loro figli a fare sport quando l’emergenza sarà finita”.
Perché fare sport oltre che un diritto delle persone, è una forma di prevenzione che potrebbe alleggerire il sistema sanitario, ed è una parte non irrilevante dell’indotto economico che concorre a formare il PIL, circa il 3%.
La chiamata alle armi di Barelli è stata raccolta in tempo quasi reale dalle società natatorie della nostra regione che pochi giorni fa, mostrando anche qui un’unità d’intenti mai vista a memoria di… atleta, hanno pubblicato un appello-manifesto, ‘Insieme si Vince’.
“Tutte le società sportive liguri affiliate alla Federazione Italiana Nuoto, gli impianti natatori e i gestori, hanno concordato all’unanimità di sviluppare un progetto comune per affrontare insieme le grandi problematiche che caratterizzano la gestione degli impianti sportivi pubblici. ‘Insieme si Vince’ svilupperà gli incontri e i rapporti con le istituzioni pubbliche e garantirà accordi vantaggiosi con i principali fornitori dei vari settori di elettricità, gas, acqua, energia, prodotti chimici e di sanificazione. Tutto questo per salvaguardare le attività sociali, ludiche, motorie e sportive che quotidianamente tutte le società natatorie garantiscono. Gli impianti natatori devono essere considerati elementi vitali della società, l’attività sportiva e motoria svolta nelle piscine è salute per le persone e rappresenta un grande risparmio di spesa sanitaria per lo Stato”.
Subito dopo hanno voluto rivolgersi ai loro clienti, tesserati, abbonati, affezionali frequentatori delle corsie. “L’emergenza Covid-19 e il suo prolungarsi rendono a oggi impossibile fare previsioni riguardo la riapertura degli impianti natatori e la conseguente ripresa delle attività. In attesa di sviluppi, abbiamo deciso di sospendere temporaneamente il decorso degli abbonamenti in essere. Stiamo valutando soluzioni a tutela dell’utenza strettamente legate al perdurare della crisi. È costante il nostro lavoro di manutenzione per rendere immediata la fruibilità delle vasche, non appena ci sarà formalmente consentito, così come continuo è il nostro confronto con le istituzioni per tutelare il settore e tutto il movimento natatorio ligure. ‘Insieme si Vince’ Comitato Piscine Liguria si pone l’obiettivo di salvaguardare il valore sportivo, sociale e di tutela sanitaria delle attività acquatiche. Lo sport è salute, la piscina è salute. Siamo certi che con il sostegno di tutti riusciremo a superare le difficoltà e ritrovarci finalmente tutti in acqua!”.