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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

La Rari Nantes Camogli: “Tutto lo sport minore è in ginocchio”

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di DANILO SANGUINETI

Nelle crisi, sono sempre i più deboli a essere esposti per primi e sono pure quelli maggiormente a rischio di subire le conseguenze più severe. Non fa eccezione lo stop dello sport italiano imposto dall’emergenza nazionale del Coronavirus. Per alcune discipline, prima fra tutte quella del calcio, consisterà in un pesante ribasso degli incassi e di conseguente diminuzione dei ricavi per i club di A, B e Lega Pro.

Un buco che sarà ben poca cosa di fronte alle voragini che dovranno affrontare gli sport minori, dove circola meno denaro e che sono molto più deboli finanziariamente. Per le discipline di squadra, la minaccia vera è il chiudere i battenti per non riaprirli più. Ne è un esempio lampante la pallanuoto, che in Liguria da tempo accusa un calo costante di interesse, di iscrizioni, di risultati. La fase attuale potrebbe accelerare il declino e renderlo irreversibile. Soprattutto per quelle società che fanno attività agonistica contando quasi esclusivamente sugli introiti dalle piscine che possiedono o, nella stragrande maggioranza di casi, gestiscono.

L’attenta suddivisione degli orari di apertura degli impianti è una delle operazioni più delicate: i periodi dedicati agli agonisti vanno centellinati o almeno contingentati per riservare più tempo possibile all’apertura ad amatori e al pubblico occasionali. Gli incassi, tra biglietti e tessere stagionali, sono indispensabili per tirare avanti. Una fonte di sostentamento che dai primi del mese in corso, e ancora più, dall’entrata in vigore di misure severe e limitanti l’afflusso in luoghi pubblici ad inizio della settimana scorsa, si è ridotta ai minimi termini.

Un esempio tra tanti, la Rari Nantes Camogli 1914 che vive sul sacrificio dei suoi dirigenti, presidente Massimo Bozzo in testa, e sugli introiti derivanti dalla piscina ‘Giuva Baldini’ al Boschetto, che con i suoi corsi nuoto, pallanuoto per grandi, piccoli, amatori e pro, è occupata dal mattino alla sera per almeno 12 ore al giorno per sette giorni alla settimana.

Ed adesso? “Adesso siamo in attesa di disposizioni precise. Già così è durissima perché siamo fermi con i campionati di pallanuoto e non facciamo più gare di nuoto. Penso alla nostra prima squadra in A2 maschile che stava facendo mirabilie, in piena corsa per i play off promozione sotto la guida di Angelo Temellini e con tanti giovani quasi tutti del posto che si mettevano in luce. Mi dispiace per la pattuglia natatoria, avevamo 14 elementi qualificati per le finali regionali in seguito a mesi di allenamenti duri. Niente da fare, si cancella ogni cosa, si tira un rigo sui campionati e le selezioni almeno sino a inizio aprile, poi si vedrà”.

Il presidente, da ex agonista, sa come ci si senta quando si viene fermati per cause di forza maggiore: “Meglio essere battuti da avversari sul campo, non dal destino. In ogni caso così si deve fare e così si farà perché ciascuno qui alla Rari Nantes si rende conto che si sta giocando una partita diversa, dove sono in palio interessi superiori”.

Le piscine, rispettando le disposizioni del governo, di igiene e sicurezza, sono rimaste aperte sinché hanno potuto, poi sono state chiuse anch’esse. “La Baldini ha sempre avuto due o tre corsie nelle quali gli amatori potevano nuotare separati dal resto della vasca. Abbiamo rispettato scrupolosamente le regole. La chiusura dell’impianto porta adesso a rivedere ogni nostro piano, speriamo solo che ora lo Stato capisca a quale genere di danno andremo incontro. Nessuno di noi ‘piccoli’ club potrebbe farcela, un mese o più di stop ci obbligherebbe a rivedere i piani, sia a medio che lungo periodo. Incrociamo le dita e attendiamo, a questo punto non c’è molto altro da fare. Proveremo a resistere come stanno facendo altri club e altre organizzazioni. Riprendere sarà complicato ma siamo abituati a lottare, e vogliamo farlo anche in questa occasione”.

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