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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

La Junior Tim Cup del Csi: così il calcio ritorna negli oratori

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di DANILO SANGUINETI

Il calcio italiano è un mondo a parte, dove anche il tempo funziona in una maniera non lineare, forse in modalità circolare, e per andare avanti serve ricordarsi di che cosa si è lasciato indietro. Detta ancora più brutale: o ci svecchiamo o scivoleremo ancora più in giù nei ranking mondiali. Vale per molteplici aspetti del nostro paese, vale a maggior ragione per la materia nazionale di discussione. Bisogna lavorare sui giovani, preparare il futuro ed iniziare dal basso. Lo shock della cacciata dai Mondiali di Russia, onta che non subivamo da sessant’anni, ha aperto qualche occhio e scosso alcune coscienze, ma il grosso del lavoro è ancora da fare.

Nella crisi spesso ci si attacca le radici. Ai modi che per decenni, anzi generazioni, hanno funzionato per formare e selezionare i migliori tra le centinaia di migliaia di aspiranti assi della pedata. La scuola del pallone tricolore al primo grado, quello di ingresso, prevedeva l’oratorio o al massimo la squadra espressione di associazioni, comitati, a volte sindacati e partiti. Al Nord come al Sud e al Centro l’oratorio fu sino alla fine dei Settanta una fucina inesauribile, poi vennero i campi, i Nagc, le scuole calcio e non è detto che sia sempre stato un miglioramento.

Lo riconosce in maniera indiretta la stessa Federazione con una iniziativa lanciata a inizio della stagione agonistica 2019-20: la Junior Tim Cup. Il Csi Comitato di Chiavari in collaborazione con il Coni e Lega Calcio Serie A organizza la nuova edizione di questa competizione per i nati negli anni 2006/07 che prevede oltre alla fase provinciale, che si disputerà presso gli impianti sportivi della zona, le successive fasi interregionali e nazionali; il girone finale sarà disputato presso lo stadio Olimpico di Roma prima della finale della Tim Cup, e altre due squadre giocheranno allo stadio di Marassi prima di una partita del campionato di serie A di Genoa e Sampdoria. La presentazione sarà nella sala stampa dello stadio. Il torneo di calcio, riservato ai giovani calciatori under 14 delle città dove è presente una squadra di serie A, tenderà un ponte tra i potenti riflettori degli stadi per i professionisti e le luci volenterose dei campetti oratoriali. Il bilancio ad oggi è straordinariamente positivo: dal 2012 sono 25mila le partite che sono state disputate e oltre 64mila i ragazzi partecipanti.

Al Csi di Chiavari il presidente Cristiano Simonetti e il suo braccio destro Cristiano Magri sostengono l’iniziativa partita dal vertice dell’associazione. Prende spunto dallo spot di lancio della Junior Cup – ‘Il calcio è di chi lo ama’ – la riflessione di Vittorio Bosio, presidente nazionale del Csi: “Più dello spot, è il tanto sport che vi è dentro questa frase che ci piace sottolineare. È la sintesi di un’esperienza bellissima che negli anni ha permesso la realizzazione di un incontro fra estremi: dallo sport giovanile, in sviluppo, fatto da ragazze e ragazzi che aprono gli occhi al mondo, allo sport vissuto ai livelli della serie A cioè il ‘top dei top’. Questo incontro non può essere né casuale né realizzato alla buona, senza impegno. Ci vuole tanta professionalità, infatti, per far coesistere questi due mondi. Anzi, ci vuole tanto cuore per trovare il punto di connessione fra questi due modi distinti di vivere la prestazione sportiva”. Pare funzionare alla grande la sinergia tra Centro Sportivo Italiano, Lega Serie A e Tim.

“Ci racconterà ancora una volta incredibili storie, i gol, i sorrisi, le emozioni, in questo progetto educativo che rappresenta il punto di incontro tra calcio professionistico e dilettantistico, parrocchiale, per promuovere un patrimonio di valori e che avvolgono tutti: i grandi (che spesso si emozionano) e i piccoli (che vivono come sospesi a un metro da terra, anzi a tre metri dal cielo, tanto vivono come un sogno questa bella esperienza). Quando ci si può avvicinare ai campioni del massimo campionato, le gambe cominciano a tremare. Mi tornano spesso negli occhi l’incontenibile e genuina gioia dei ragazzi finalisti allo Stadio Olimpico di Roma o a Coverciano un anno fa. Questo incredibile torneo, dalla forma quasi magica, da anni regala sogni a tanti ragazzi e sa esaltare al meglio quei valori dello sport in oratorio da sempre luogo d’incontro, crescita educativa e sportiva oltre che fucina di tanti grandi sportivi. È bello trovare oggi in molte squadre di serie A giovani campioni nati in oratorio e ad esso sempre affezionati”.

Bosio rivela alcuni particolari: “È altrettanto bello sapere che le attività e lo svolgimento del torneo sono sostenuti in parte anche dalle multe comminate ai calciatori e alle società di serie A dal Giudice Sportivo. Come a voler dire che anche i piccoli peccatucci del calcio di vertice possano convertirsi in bene, regalando entusiasmo e gioia a molte parrocchie. E forse è pure un messaggio di valenza morale, poiché la ‘pena’ per atteggiamenti sbagliati si concretizza in qualcosa di buono”.

Una bontà che in molte città si può anche toccare con mano, poiché grazie ai proventi di questo torneo sono stati realizzati o ristrutturati tanti campetti periferici in oratori bisognosi, da Scampia a Napoli, al Lagaccio di Genova passando per il Brancaccio di Palermo.

E così il cerchio si chiude. A volte tornare indietro non è indizio di mentalità ristretta o di malcelata paura dell’avvenire. I migliori e più riusciti balzi in avanti sono quelli effettuati prendendo una adeguata rincorsa.

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