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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Bocciofila Chiavarese, cent’anni senza mai perdere la mira

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di DANILO SANGUINETI

L’unico centenario sportivo dove alcuni dei festeggiati hanno avuto una carriera lunga quasi quanto la storia della società. Merito delle bocce, uno sport realmente per tutte le età. Se sino al 1990 lo si associava a corpulenti signori di mezza età (che spesso sconfinava nella terza e qualche volta pure nella quarta età), dalla riforma che ha introdotto il tiro progressivo, la staffetta e le corse in generale, è diventato sport per gente preparata, anzi molto preparata, fisicamente, e giovane, spesso giovanissima.

In anni non semplici per il movimento ligure la Associazione Bocciofila Chiavarese ha impiegato gran parte del 2019 per festeggiare come si deve i suoi primi 100 anni. Il presidente Fausto Podestà, il direttore generale Antonello Solari e gli altri di un consiglio direttivo unito e combattivo come raramente si vede hanno fatto i salti mortali – facendo conto su risorse finanziarie non inesauribili – per allestire un calendario di celebrazioni degne di un club che ha vinto otto scudetti, sei Coppe dei Campioni, tre coppa Italia e una miriade di titoli italiani, europei e mondiali individuali, dando diversi atleti alle varie nazionali.

Nei mesi scorsi ha organizzato il Trofeo Centenario (gara Coppie Categoria D); una gara Individuale Categoria B; una  gara quadrette Categoria C (Regional Cup). Il clou l’otto e il nove giugno ospitando nel bocciodromo di corso Colombo il Campionato Italiano a coppie Categoria A-Memorial Agostino Caviglia. E, per non farsi mancare nulla, due feste separate: il 20 luglio la Cena marinara “Sotto le Stelle”; il 22 settembre la Cerimonia ufficiale alla presenza di autorità, dirigenti nazionali e internazionali delle federazioni bocce e tanti tantissimi campioni e atleti del passato.

C’era da compilare un almanacco dei grandi giocatori dell’ultimo cinquantennio guardando a chi si è seduto attorno alla tavola, dove una gigantesca torta di compleanno era stata preparata per un taglio a più mani. Un vero peccato che ai tanti accorsi non si sia potuto unire il leggendario Arrigo Caudera, che a 93 anni deve ‘limitare’ gli impegni e le trasferte. Dal natio Piemonte l’atleta-sponsor della golden age della Chiavarese ha però inviato i suoi saluti e promesso che verrà quanto prima a trovare i suo fratelli chiavaresi.
C’erano però diversi dei suoi compagni che hanno rammentato a se stessi e ai tanti intervenuti come trent’anni fa la Chiavarese sia riuscita a salire sul tetto del mondo e rimanerci per quasi un decennio. Innanzitutto i dioscuri, Nicola Sturla e Lino Bruzzone, ossia il più forte giocatore al mondo per almeno venti anni e la sua degna spalla. Che meraviglia ricordare la creazione di una squadra invincibile, formata dal talento imprenditoriale di Solari, dall’entusiasmo manageriale di Stefano Chiappe, presidentissimo troppo presto scomparso, e dal talento di diverse generazioni d’oro del boccismo ligure. Il dream team degli anni Novanta ha dominato gran parte dei discorsi.

Certo, è stato dato il giusto rilievo anche a figure leggendarie come i ‘Quattro dell’Avemaria’, Giuseppe Noziglia, Danilo Rebosio, Duilio Biancalani e Arturo Biancalani, il primo di Zoagli, gli altri tre ‘ciavain’ purosangue, che conquistarono un bronzo ai Mondiali 1950; Albino Cuneo, miglior bocciatore italiano nel biennio 1956-57, il suo erede Piero Copello, due ‘bombardieri’ da paura.
Ma la possibilità di vederli ed abbracciarli dal vivo portava inevitabilmente i discorsi sui campionissimi della Chiavarese, prima sponsorizzata da un altro giocatore-fabbricatore di bocce, il piemontese Pautasso, poi marchiata con il proprio nome nella ragione sociale dall’atleta validissimo e imprenditore imbattibile, Arrigo Caudera. La formazione della Caudera Chiavarese nei primi anni Novanta viene snocciolata dagli appassionati come quelli del calcio ricordano l’Italia 1982 (“Zoff, Gentile, Cabrini…): Aghem, Bruzzone, Losano, Pastre, Pautasso, Quaggia, Sturla, Suini, sistemati in ordine alfabetico, quelli che nel 1991 a Montelimar consegnano alla bacheca verdeblu la prima Coppa Europa, la Champions League del Volo.
Sino al 1997 si passerà da un trionfo all’altro, poi tre anni più tardi gli sponsor debbono alzare bandiera bianca, Chiappe e Solari non possono che adeguarsi. Uno dei rari discorsi del presidentissimo Stefano Chiappe in occasione della consegna di un premio per le vittorie dei suoi ragazzi nel 1992 diceva tutto con grande anticipo. “Stiamo vincendo tutto ma l’impegno finanziario diventa sempre più arduo da sostenere. Una stagione a questi livelli viene a costare non meno di 200 milioni e noi possiamo contare solo sulle nostre forze. Ringrazio il Panathlon che è l’unico, sottolineo l’unico che si sia ricordato che portiamo in giro con onore il nome di Chiavari. Il Comune? Non so se sappia della nostra esistenza…”

La Chiavarese dovrà arrendersi ai morsi della fame, alla crisi finanziaria di uno sport che non ha la visibilità e il ‘potere contrattuale’ del calcio, del volley o del basket, in altre due occasioni. Ad inizio del decennio e pochi mesi fa. Nell’anno del Centenario la squadra costruita in totale autarchia dai dirigenti e volontari stretti attorno al presidente Fausto Podestà ha perso sul campo (per un soffio nello spareggio) la serie A1 conquistata solo un anno prima. Avrebbe avuto diritto a fare la serie A2 con la prima squadra e la Promozione, con la seconda che aveva appena trionfato in Prima Categoria. Invece ha scelto di ripartire con una sola formazione dalla Promozione. Antonello Solari è sempre lì in trincea. “Ripartiamo dal basso, non è un vergogna, non sarà un problema. Altre volte siamo caduti, altre volte ci siamo rialzati”.
In un mondo che vive sulla rotondità degli strumenti di gioco, quelli dell’Associazione Bocciofila Chiavarese sanno fare quadrato come pochi. E ripartono a testa alta, sicuri che torneranno a vincere. Invecchiare, diventare centenari va bene, vivacchiare o peggio vegetare no.

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