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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Ciclismo, dopo quattro anni ritorna la Milano-Rapallo

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La gara per riportare in vita la Gara. Il ciclismo, sport che scatena passioni e rispolvera sentimenti, è anche questo. La Milano-Rapallo torna perché si è lavorato tanto, in molti e bene.
Un recupero che si potrebbe definire ecologico per una piccola grande classica. Si mette fine a una ingiusta e ingiustificata pausa quadriennale. Domenica 6 ottobre il lungomare di Rapallo accoglierà il vincitore della 58esima edizione e verrà riannodato il filo spezzato nel 2015.
Per i Suiveur locali e non era una ferita intollerabile: la Milano-Rapallo sta al ciclismo dilettantistico come la Milano-Sanremo – uguale partenza ma arrivo su opposta Riviera – si colloca nel calendario professionistico. Se ne sentiva la mancanza nel calendario riservato ai giovani, basta guardare l’albo d’oro delle competizione nata nel 1946 per rendersi conto di che cosa ha rappresentato. Un banco di prova per i talenti ormai pronti per il grande salto tra i Pro, la corsa tra Lombardia, Piemonte e Liguria ha scoperto o portato alla luce molti tra i migliori del ciclismo, non solo italiano.

Tra i vincitori, scegliendo solo i nomi che suonano anche per il grande pubblico, troviamo Francesco Moser (1972), Pietro Algeri (1973), Sergio Santimaria (1977), Marco Saligari (1985), Gabriele Colombo (1993), Riccardo Riccò (2004), Vitaly Buts (2008). Torna e sarà  un banco di prova efficace e credibile per lo stato di salute delle nuove leve di un movimento italiano che ha un disperato bisogno di volti nuovi, dopo che l’era di Nibali e Aru sta volgendo a un rapido tramonto.

Il recupero del passato, glorioso e immacolato, di questa corsa-selezione di nomi interessanti è una delle mosse imprescindibili da compiere. La Milano-Rapallo si è assentata per quattro anni. Nel 2015 una edizione travagliata unita al getto della spugna della società che aveva steso la sua protezione onnicomprensiva sulla piccola classica, la Geo Davidson, aveva fatto temere che fosse scoccata l’ultima ora. Invece gli sforzi coordinati (rarità in Italia, prodigio epocale se si tratta di ciclismo) di politici, appassionati, dirigenti federali e locali hanno fatto sì che la corsa, alla soglia del professionismo, abbia avuto tutti i via libera e i nulla osta necessari.

Il club che ha messo la firma sull’evento è la neonata Ciclistica Rapallese 2019 di Brignetti, forte dell’appoggio incondizionato del sindaco Carlo Bagnasco, che alla presentazione dell’evento ha ricordato: “Ci siamo impegnati e con orgoglio possiamo dire di avercela fatta. Il ringraziamento va a tutti coloro che hanno collaborato per riuscire a realizzare questa competizione che ha caratteristiche assai complicate, soprattutto a livello burocratico e sul tema della sicurezza e della viabilità, basti pensare ai permessi che occorre chiedere ai vari comuni ed enti, per consentire il passaggio di una corsa lunga più di 200 km. Un percorso nel percorso, lungo e tortuoso, che però è arrivato al traguardo e il prossimo 6 ottobre avremo l’arrivo, nel pomeriggio, di questo fantastico gruppo di giovani ciclisti”.

Sin qui i front man, ma si sa che per vincere nel ciclismo è indispensabile avere una squadra forte con dei corridori che non sono semplici gregari, ma battitori liberi in grado, all’occorrenza, di mettersi al servizio dei nomi di primo piano. Nel team organizzativo questa figura si adatta perfettamente a quella di Roberto Portunato, presidente della Team Velo Val Fontanabuona. Da oltre un decennio, Portunato è il ‘reagente’ che permette a ogni progetto ambizioso del ciclismo ligure di andare in porto, favorisce l’unirsi di elementi che separati non andrebbero da nessuna parte. C’è anche lui dietro un anno di lavoro intenso per far partire la 58esima edizione della Milano-Rapallo, gara internazionale riservata alla categoria Elite Under-23.
Il tragitto da Milano a Rapallo prevede il via da Gaggiano, comune alle porte di Milano, e si snoda tra le province di Pavia, Alessandria e Genova. Dalla pianura si passa alle colline di Busalla, Montoggio per arrivare al Passo del Turchino, poi a quelle della Scoffera per attraversare la Fontanabuona, risalire verso Leivi, poi Chiavari, la salita delle Grazie e la discesa verso il traguardo su lungomare Vittorio Veneto di Rapallo.

Un breve riassunto delle innovazioni dalla viva voce dello stesso Portunato: “È stata messa in calendario Nazionale FCI. Abbiamo ottenuto la deroga perché le manifestazioni di questa categoria non dovrebbero superare i 175 km, qui ne abbiamo 206. E poi ci abbiamo aggiunto il Gran premio Valfontanabuona perché ho voluto che venisse messo nel giusto risalto il passaggio nella nostra valle, seguito da centinaia di persone e che precede la fase decisiva della corsa. Inoltre abbiamo pensato a una leggera deviazione rispetto al percorso storico: la corsa passerà da Leivi perché quel comune ci ha dato una grossa mano nel reperire i fondi, merito di un appassionato di ciclismo come il sindaco Centenaro. L’altimetria del finale sarà quindi ancora più frastagliata e quindi potenzialmente emozionante”.
Non basta, il vulcanico patron della Fontanabuona a due ruote, co-organizzatore pure del Giro dell’Appennino, ha avuto altre idee. “Molte saranno le iniziative correlate intorno alla manifestazione, Una di queste la partenza al mattino di una ‘Randonnèe’ sul percorso. In settimana comunicheremo tutte le manifestazioni di contorno”.
Portunato sarà impegnato su due fronti perché è anche il team manager del Team Cinelli, la super formazione di atleti Elite che annovera tra gli altri i più promettenti tra i liguri, per esempio Daniele e Patrick Nastasi, ventenni rapallesi. “Una collaborazione che ha dato grandi frutti. E che ci ha permesso di puntare ancora più in alto. Dalla prossima stagione saremo associati a una squadra Pro, porteremo i nostri ragazzi direttamente nella ‘serie A’ ciclistica, intendiamo partecipare con una formazione fatta almeno al 50% di atleti nostrani al Laigueglia e al Giro dell’Appennino”.
Un vulcano che non smette di eruttare iniziative e di scovare energie dove nessuno penserebbe mai di cercare.

(d.s.)

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