Chiavari e il suo entroterra hanno un estremo bisogno di ripensare e ammodernare i collegamenti viari e in generale l’impostazione logistica per il trasferimento di persone e cose. Da troppo tempo la riflessione e l’azione in materia languono, con tutte le conseguenze negative del caso: dall’inquinamento urbano specie in determinate zone della città (via Piacenza e via Parma nelle ore di punta sono un incubo), all’inefficienza e ai costi dei trasporti pesanti verso le zone produttive di Carasco e della Fontanabuona, ai rischi della circolazione e all’assenza totale di piste ciclabili nonostante i tanti discorsi fatti.
Il prolungamento di viale Kasman, vera priorità assoluta per i collegamenti verso le valli, si è perso nella nebbia della burocrazia e il costosissimo tunnel Fontanabuona Rapallo, fino ad oggi buono solo per fare qualche passerella elettorale agli esponenti di governo di turno, appare sempre più lontano e irrealizzabile.
In questo contesto che mina seriamente l’avvenire economico della città e la sua qualità della vita, bene ha fatto il sindaco di Chiavari Marco Di Capua a tirare fuori dal cassetto un vecchio progetto degli anni ’70 che prevede un intervento molto più leggero e meno costoso per collegare Carasco con Chiavari. Si tratta di una galleria non più lunga di 2,5/3 chilometri che collegherebbe Carasco, dalla zona di biforcazione dei due assi viari verso la Fontanabuona e verso la Valle Sturla e la Val d’Aveto, e arriverebbe in territorio chiavarese con un innesto sull’A12 nei pressi della galleria dell’Anchetta.
Il Sindaco sottolinea come tale collegamento, relativamente poco costoso, avrebbe grandi effetti positivi sia per Chiavari che per le valli, alleggerendo enormemente il traffico pesante dai centri urbani di Chiavari e Lavagna e dando grande efficienza al trasporto commerciale, con contestuale riduzione di costi e accorciamento dei tempi di percorrenza. Grande sarebbe l’effetto anche in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Tenuto conto che l’ipotesi è quella della realizzazione di una strada in galleria a doppio senso di marcia con doppia corsia e con pagamento di pedaggio, si potrebbe addirittura ipotizzare un finanziamento in project financing con il coinvolgimento di privati.
L’idea del sindaco Di Capua non è risultata a tutti gradita. In generale la Val Fontanabuona ha reagito con una certa freddezza, sostenendo che il progetto potrebbe forse avvantaggiare Chiavari ma non certo le vallate, che avrebbero bisogno di un collegamento autostradale a partenza più interna: “Se sono arrivato a Carasco – dice al ‘Secolo XIX’ l’ex sindaco di Moconesi, Gabriele Trossarello – con un minuto in più arrivo al casello di Lavagna”. E dalla Fontanabuona si rilancia invece il prolungamento di viale Kasman.
Qualche perplessità arriva anche da Chiavari, dove qualcuno si chiede se l’alleggerimento di via Piacenza e via Parma non verrebbe pagato dalle zone a ponente della città che già ricevono il traffico autostradale, piuttosto gravoso specie nel periodo estivo e nei weekend.
Tuttavia il nodo della viabilità di Chiavari va affrontato. Di Capua ha capito che il momento è opportuno per sollevare la questione. Quando mai capiterà un’altra volta che Chiavari possa avere un membro del Governo e in più Sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture come capita oggi con l’onorevole Traversi del M5S? Bisogna sfruttare al massimo questa opportunità formulando proposte ragionevoli, facilmente praticabili ed ecologicamente sostenibili.
È necessario che attorno a questa problematica si crei un dibattito allargato, capace di superare le divisioni e gli schieramenti politici in favore di quella che risulterà essere la pubblica utilità, che comprenda tutte le forze vive della comunità, dalle categorie economiche e sociali, alla Società Economica sempre tradizionalmente attenta al tema delle infrastrutture e ai collegamenti con il nostro entroterra, a tutti i Comuni interessati, ai centri di cultura e promozione, ai privati potenzialmente disponibili a investire se ne esistessero le condizioni.
Forse varrebbe la pena di organizzare un convegno a stretto giro, nel quale confrontarsi sul tema. ‘Piazza Levante’ si rende disponibile.