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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Ichi Ban Recco, numeri uno di sport e solidarietà

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di DANILO SANGUINETI

La conoscenza del giapponese alle nostre latitudini, per quanto in aumento, non consente di comprendere appieno il significato del termine Ichi Ban scelto dal club di Recco che si occupava di Karate e che oggi è passato alla Kickboxing, la boxe con i piedi. Una traduzione indispensabile per rivelare gli intenti dei fondatori: in giapponese Ichi Ban esprime il numero uno, o l’aggettivo e pronome numerale corrispondente: primo, migliore, che ha carattere e qualità per emergere.

Quando la A.S.D. Ichi Ban Recco venne fondata, il 27 luglio 1983, da un pugno di amanti degli sport da combattimento, raccoglieva i cultori delle varie specialità della kickboxing, intendendo offrire un’ampia panoramica di discipline del genere che potessero essere praticate dai più giovani ai più anziani a livello agonistico e/o amatoriale. Il gruppo dei promotori aveva lo sguardo rivolto a oriente. Con il passare dei decenni però ha allargato il campo di lavoro a nuove forme di arti marziali e di combattimento viso a viso che hanno preso sempre più piede (letteralmente nel caso della Kickboxing…), tanto da raggiungere se non superare per numero di praticanti e visibilità mediatica le antiche arti.

Sapore di chewing gum contro profumo di incensi, sulla pedana non c’è storia, almeno al giorno di oggi. Il karate che aveva acquistato credibilità e affidabilità tanto dall’essere inserito in pianta stabile nelle federazioni riconosciute dal Coni ha modulato le norme per poter essere praticato universalmente e acquisire la dignità di disciplina olimpica. La Kickboxing (va declinata al femminile, come la casa madre francese Boxe) suggerisce un’immagine che oggi va per la maggiore, più rude, più on the road. C’è però un fattore unificante tre i due periodi della Ichi Ban Recco, ed è il fattore umano.

Tra i fondatori c’era il maestro Pietro Campomenosi, oggi fa il direttore tecnico e segretario. È la Ichi Ban ed è giusto che sia lui a indicarne scopi e fare il punto sui risultati appena raggiunti. “Insieme ad Alessio Devoto curiamo un piccolo ma agguerrito gruppo di agonisti, più un discreto numero di praticanti che ci mettono tanto impegno ogni giorno nella palestra del Liceo Scientifico Nicoloso da Recco. La nostra attività dura nove mesi, siamo legati al ciclo scolastico, ma non ci lamentiamo perché riusciamo ugualmente a ottenere risultati importanti”.
Nel dettaglio: “Per rimanere alle ultime settimane abbiamo preso parte lo scorso 26 maggio 2019 a St. Stefano di Magra (SP) alla 6a edizione del ‘Boxing Day’. Abbiamo gareggiato nella specialità  FCT e FC. C’è stata la splendida conferma di Irene Foppiano che tra le ragazze si è classificata al primo posto confermando le sue qualità tecniche sorrette da una forte dose agonistica. Un ottimo risultato è venuto poi dagli altri due atleti Roberto Dalorto con un primo posto nella cat. – 70 kg, e dal primo posto di Matteo Gallingani nella classe – 67 kg. Onorevole ma condizionata da un piccolo infortunio la prestazione del giovane e promettente Lorenzo Merello nella classe – 65 kg, eliminato al secondo turno”.

È palpabile la soddisfazione del DT. “Io e il mio collaboratore Alessandro Devoto seguiamo 34 atleti tra i 18 e i 25 anni. Poi c’è una schiera di non agonisti che frequentano la palestra per tenersi in forma. E non solo: la pratica e la conoscenza della kick è l’acquisizione di uno sport che tutela i deboli e non esclude nessuno, libera i giovani dalle insidie dell’apatia e dell’indifferenza e suscita in loro un sano agonismo e una sana passione sportiva amatoriale”.
Niente fanatismi, molta comprensione. “Vedo questo sport come fattore di emancipazione, che aiuta a cancellare l’intolleranza e a costruire un mondo più fraterno e solidale. L’associazione sportiva Ichi Ban Recco è contraddistinta anche dal fatto che non è a scopo di lucro e che non dimentica di allargare idealmente lo ‘stare bene’ a chi ne ha veramente bisogno, promuovendo da sempre un’attività sociale finalizzata al sostegno e al supporto di attività umanitarie, ovvero alla promozione di uno ‘sport solidale’.

In soldoni, un club che vive del piccolo contributo comunale e delle rette dei suoi atleti ogni anno devolve tutti i propri ‘residui di gestione economica’ ad alcune specifiche Associazioni Umanitarie Onlus selezionate dal Consiglio Direttivo. Rivela Campomenosi: “Abbiamo dato contributi a Fondazione Rekko che opera a favore e in aiuto dei bambini del terzo mondo, agli Amici dell’Ecovam – adozione a distanza di un bambino, Amici di Ale – onlus che mantiene un villaggio di assistenza sanitaria e sociale per i bambini bisognosi in India; Forum per i diritti dei bambini di Chernobyl di aiuto ai bambini orfani dei paesi dell’Est; Diritti e Libertà che si prodiga per sostenere il ‘Progetto Famiglia’ di aiuto alle mamme e ai loro bimbi e adolescenti che hanno un familiare in carcere”.
Ecco un significato di Ichi Ban che non ti aspetti… ‘Numero uno’, ovvero prima nel coniugare sport e impegno sociale. Ed allora Ichi Ban Kan’yōna. Ossia il ‘primo generoso’.

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