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di ALBERTO BRUZZONE
Una cruenta serie di delitti scuote una Milano già ampiamente scossa da proteste e disordini studenteschi. Subbuglio nel subbuglio. Impegni su impegni per la questura locale e per il commissario di origini veneziane Giuseppe Foscari, alla sua prima vera opportunità di carriera, lui che neppure l’aveva mai cercata.
Non poteva che ambientarlo nella storia, il suo giallo. Perché l’autore de ‘Il pappagallo rosso – 1968: Delitti a Milano’ è Sandro Antonini, lo studioso, storico e ricercatore di Sestri Levante noto soprattutto per i suoi volumi dedicati alla Resistenza e per la monumentale ‘Storia della Liguria durante il Fascismo’, opera preziosa e in più volumi che fornisce un quadro inedito, completo, perfettamente documentato su uno dei periodi storici chiave della nostra nazione. Con questo romanzo, che – al pari degli ultimi lavori di Antonini – viene pubblicato dalla Internòs Edizioni di Chiavari, la piccola ma molto interessante casa editrice di Goffredo Feretto e della figlia Ester, lo scrittore sestrese arriva quasi alla soglia dei quaranta titoli personali e, soprattutto, sonda una strada ai più poco nota, quella della narrazione, nella quale però dimostra altrettanta bravura e verve.
Presentazione venerdì 7 dicembre alle ore 16,30, presso Palazzo Fascie, Sala Carlo Bo (Corso Colombo 50, Sestri Levante). Introduzione di Bruno Morchio, letture di Tiziana Fabbro.
Il modo di prosare di Antonini, sia che si tratti di storia vera, sia d’invenzione, è sempre avvincente, scorrevole, ricco di particolari. Come quando si sofferma nella descrizione della Milano del 1968, o quando tratteggia, capitolo dopo capitolo, il suo protagonista. Un uomo che ama la musica lirica, che è rimasto vedovo, che sembra aver già vissuto dieci vite in una sola, e con il quale non si può fare a meno di solidarizzare.
E’ un commissario crepuscolare, introspettivo, in una Milano che invece brulica di idee, di rivoluzione, di voglia di spaccare il mondo. A fare da contraltare, ecco il suo più stretto collaboratore: l’anatomopatologo Leonardo Fibonacci. Non a caso Antonini lo chiama con lo stesso nome del matematico pisano. Proprio quello che è tornato popolare pure grazie ai romanzi di Dan Brown e ai film da essi tratti, con Tom Hanks nei panni del professor Langdon.
Anche il Fibonacci de ‘Il pappagallo rosso’ è la parte razionale della storia, la chiave di volta per risolvere il mistero di queste tre coppie di cadaveri con il volto sfigurato. Indagini, colpi di scena, nello scenario di occupazioni studentesche, scioperi operai, manifestazioni pacifiste, guerra del Vietnam, uccisione di Martin Luther King. E, fatto non secondario, la Milano del boom industriale, simbolo dell’Italia che vuole rialzarsi, delle prospettive che si avanzano, dello sguardo teso verso il futuro, con uno Stato ancora a fare lo Stato e tanta voglia di rimboccarsi le maniche.
Circostanze che Antonini racconta con precisione, per il fatto di averle anche studiate. Ed ecco che lo storico si affianca al romanziere, nel più indovinato degli accoppiamenti. Chissà se Foscari diventerà un ciclo, tra un libro di storia e l’altro del sempre attivo e validissimo Antonini. Di sicuro lo meriterebbe, tanto quanto sono seriali il Bordelli di Marco Vichi e l’Arcieri di Leonardo Gori, che ricordano da vicino il nostro veneziano. Forse si può questionare sulla lunghezza del libro, ma, alla fine, si scopre che tutto era funzionale. E che, anche stavolta, Antonini l’ha imbroccata alla grande.
Compresa un’escursione in una Parigi notturna di baudelairiana memoria.
Chapeau.
La scheda
Sandro Antonini
Il pappagallo rosso
Ottobre 2018
Pagine 290 – Euro 15
Internòs Edizioni
L’INTERVISTA DI MARISA SPINA A SANDRO ANTONINI
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