di ALBERTO BRUZZONE
“I miei lavori non sono fatti per il mondo commerciale. Ho lavorato tutta la vita proprio per essere libero da vincoli economici sul piano artistico”. Parole e filosofia di Giambattista Carniglia, ovvero Brea, una delle personalità più stimate, ispirate e valenti della Sestri Levante del secondo Novecento.
A questa personalità poliedrica – operaio in tubifera, scultore, scrittore e, in una parola, artista a tutto tondo – Internòs Edizioni di Goffredo Feretto dedica un’interessante monografia, un lavoro completo e unico nel suo genere.
Nelle duecento pagine del volume ‘Brea – Pescatore, operaio, artista’, firmate da Francesco Baratta e Angelo Coriandolo, e realizzate grazie alla fondamentale collaborazione di Gabri, la figlia di Brea, c’è tutto del grande talento sestrino: le sue sculture, il suo essere operaio, il suo amore per il mare, i racconti, le filastrocche che amava scrivere, le testimonianze.
E’ un lavoro basilare, per conoscere una figura molto nota nella Riviera di Levante, ma che merita di essere ricordata pure in maniera più ampia, per la qualità dei lavori, ma soprattutto per il rigore di vita, l’attaccamento al lavoro, il senso di responsabilità. Valori antichi, ma sempre da stimare e seguire. ‘Sestrino da maina, pescatore, operaio in tubifera’: così si definiva Brea, lasciando indietro però – forse apposta – la sua vocazione più marcata, quella dell’arte. Fu autodidatta nello scrivere racconti, filastrocche, poesie in dialetto; nel dipingere, nello scolpire.
Bella la parte in cui si ricorda il suo rapporto con il grande Francesco Messina, che fu il primo a capire le potenzialità dell’uomo e il talento dell’artista, facendolo sbocciare al meglio.
Di Brea la figlia racconta: “Se non sapevi dov’era, potevi scommettere di trovarlo a guardare il mare. Raccoglieva un legno, ci disegnava sopra”.
Il resto lo dicono gli autori: “A Sant’Anna, nei pressi delle gallerie, sulla passeggiata che porta il suo nome, Giambattista Carniglia ‘Brea’ usava trascorrere il suo tempo libero, guardando il mare”.
A leggere il libro che gli è stato dedicato, pare di vederlo Brea, con lo sguardo rivolto alla penisola di Sestri Levante e al mare che la lambisce. Raccoglie un sasso, un legno umido e la fantasia di artista si mette in moto. Il profilo della sua terra – che non ha voluto lasciare neppure per tentare una promettente carriera da scultore a Milano – ispira i suoi racconti. Ed ecco che la storia dell’uomo e quella del luogo si allacciano assieme.
Pescatore (che pativa il mare), operaio, artista sono le parole con cui è stato definito. Le prime due lo accomunano a buona parte dei suoi coetanei, sestrini di un tempo andato che resiste solo in parte e in forma assai diversa. Il terzo appellativo, artista, quello no: calza a Brea e a pochi altri.
Molte delle opere sono nate nello studio e magazzino affacciato sulla spiaggia di Portobello, sulla balaustra che separa la via dei Cappuccini dalla spiaggia, dove le foto lo ritraggono mentre imprime gli ultimi dettagli ai suoi lavori.
Le sculture oggi popolano la casa della figlia Gabri, custode anche dei racconti, dei dipinti, delle poesie che portano la firma di Brea, prima di tutto artista di Sestri Levante.
La scheda
Francesco Baratta – Angelo Coriandolo
Brea – Pescatore, operaio, artista
Agosto 2018
Pagine 200 – Euro 15
Internòs Edizioni